Trieste, allarme alcol tra i giovani: il primo bicchiere a 12 anni

Crescono i casi di abuso tra i minorenni. Il 62% dei ragazzi beve una volta al mese. Sabato al Molo IV incontro clou del progetto di prevenzione “Cocktail d’ignoranza”
Mandatory Credit: Photo by Jeff Blackler / Rex Features ( 1096103b ) Model Released - Young woman and alcopop drinks Various
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TRIESTE Non poteva esserci titolo più azzeccato. Si chiama “Cocktail d'ignoranza” ed è il progetto rivolto ai giovani e in particolare agli studenti delle scuole sul tema della sensibilizzazione riguardo alle problematiche correlate all'abuso delle bevande alcoliche. Un’iniziativa sviluppata dalla Provincia di Trieste e dall'Astra, l'associazione per il trattamento delle alcol dipendenze, attraverso un percorso che ha coinvolto durante l'anno scolastico, con una serie di incontri dedicati alla prevenzione e all'informazione, gli istituti superiori del territorio, ma anche scuole medie, ricreatori e oratori, e che vivrà il suo momento conclusivo nella giornata di sabato 14 novembre, con il convegno che si terrà a partire dalle 9 al Molo Quarto (Sala 3) e non come previsto in origine alla Stazione Marittima.

Un problema di estrema attualità quello che riguarda il rapporto tra giovani e alcol come confermato da recenti statistiche. Da un sondaggio Istat relativo al 2013 emerge infatti che la nostra regione è al terzo posto in Italia per quel che riguarda almeno un comportamento di consumo a rischio sul fronte abuso alcol, alle spalle solo di Trentino Alto Adige e Val d'Aosta, mentre i dati del Report conclusivo Student Population Survey Fvg 2013 evidenziano come l'86,61% dei giovani tra i 15 ed i 19 anni abbia assunto alcol almeno una volta nella propria vita, l'80,29% una o più volte negli ultimi 12 mesi ed il 62,59 % una o più volte nell'ultimo mese.

Tra questi ultimi, la gran parte sono minorenni. «Parliamo di un fenomeno preoccupante che rappresenta la prima causa degli incidenti mortali tra i giovani e dove il primo approccio con l'alcol avviene già a 12 anni - ha osservato Roberta Tarlao, assessore provinciale alle Politiche giovanili -. È importante far capire ai ragazzi i rischi e le conseguenze cui vanno incontro, creare in loro consapevolezza e far crescere l'approccio critico, spiegando che esistono alternative alla cultura del bere attraverso le testimonianze di chi è passato per questo tipo di esperienze negative».

Il convegno di sabato - come è stato spiegato dalla psicoterapeuta Carla Piccini - si svilupperà attraverso gli interventi di esperti, medici, psicologi e specialisti del settore, ma i veri protagonisti saranno gli studenti, in particolare quelli di Carducci-Dante, Galvani-Nautico, Oberdan, Carli-Deledda, Max Fabiani e Ial, che vestiranno i panni di veri e propri relatori, illustrando le tematiche del percorso scolastico e proponendo alla platea interventi interattivi e video filmati che racconteranno come ha reagito la cittadinanza, ragazzi e adulti, al tema in questione, il tutto arricchito da intermezzi musicali e dai racconti dei genitori.

Il progetto è partito una decina di anni or sono coinvolgendo complessivamente 550 classi ed oltre 12 mila studenti. Quest'anno hanno partecipato all'iniziativa una settantina di classi per circa 1500 studenti.

«L'idea nasce dal voler coinvolgere su queste problematiche soprattutto i giovani - hanno sottolineato Claudio Zaratin, presidente Astra e lo psicologo Auro Brighenti -. Non si tratta però di lezioni da vivere in modo passivo, bensì di incontri che propongono un coinvolgimento attivo per rendere i ragazzi consapevoli della questione e stimolare in loro un pensiero critico».

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