Trieste, allaccio abusivo di gas, faida tra vicini
Una specie di ritorsione. Un pesante “dispetto” tra due famiglie vicine di casa. Ci sarebbe tutto questo all’origine della scoperta, da parte dei tecnici dell’AcegasApsAmga, di un attacco abusivo alla rete del gas a Borgo San Sergio. L’episodio, che risale a qualche giorno fa, ha costretto i condomini di un intero stabile a scendere in strada per consentire la messa in sicurezza di un’intera palazzina in via Cubi. I tecnici, supportati da due squadre dei vigili del fuoco e altrettante pattuglie della Squadra Volante, sono stati allertati da uno dei condomini che lamentava un fortissimo odore di gas e la paura di un possibile imminente scoppio nell’appartamento adiacente al proprio. Giunti sul posto, gli operatori dell’AcegasApsAmga e i vigili de fuoco non hanno riscontrato perdite di gas ma, eseguendo controlli nei vari appartamenti, hanno scoperto l’allaccio abusivo. Il passo successivo è stato quello di allertare le forze dell’ordine, intervenute di lì a poco con due volanti, e di sgomberare l’intero stabile.
L’appartamento dov’è avvenuto l’attacco abusivo si trova al primo piano e l’affittuario, un triestino di 53 anni, S.M. le sue iniziali, ha immediatamente ammesso le sue colpe ed è stato denunciato. «Se ho fatto quel che ho fatto, è stato per forza maggiore», ha voluto precisare l’uomo, sconfortato. «Non è vero quello che ho letto sul web, sono pronto alle vie legali. Io e la mia compagna viviamo in questo appartamento da maggio di quest’anno. In questa “sezione” di appartamento per essere precisi. Perché dividevamo fino a pochissimo tempo fa questi 60 metri quadrati, all’incirca, con una famiglia di etnia rom, separati da una piccola parete di cartongesso». Entrando nell’appartamento, infatti, è subito possibile osservare la parete divisoria fatta di un sottile cartongesso, con un tubo idraulico nero, collegato alle tubazioni condominiali del gas, che attraversa “volante” l’intero ingresso, per infilarsi appunto nella parete divisoria. Un allaccio del tutto evidente quindi, non nascosto, che sembra avere tutti i caratteri della temporaneità.
«Venire ad abitare qui è stato un errore che mi è costato caro. Chi ha diviso questo appartamento, probabilmente per prendere un doppio affitto, non ha separato le utenze. Quindi ci siamo trovati a condividere con l’altra famiglia i contatori del gas, dalla loro parte, e di luce e acqua, dalla mia, anche se non ne avevamo accesso nelle rispettive sezioni di appartamento. Il problema è sorto quando gli altri non hanno pagato le bollette del gas che arrivavano, e dopo poco tempo, giustamente, ci hanno staccato la fornitura. Da quel momento, per circa un mese, io e la mia compagna siamo stati costretti a lavarci con acqua scaldata sui fornelli elettrici. Eravamo ridotti come i nostri nonni, 50 anni fa», ha aggiunto l’uomo, visibilmente scosso.
«A nulla sono valse le richieste bonarie alla famiglia rom perché pagasse le bollette e facesse riattaccare il gas. Ho poi saputo che non pagavano nemmeno l’affitto. Così, a un certo punto, non ci ho visto più, non ce la facevo a far vivere la mia compagna in quelle condizioni, con l’acqua calda che non bastava mai, le pentole e i fornelli elettrici da campeggio...
Ho deciso di collegarmi alla rete del gas per qualche giorno, in tutto solo tre giorni, con la speranza che di lì a pochissimo gli altri sarebbero andati via, avendo a carico uno sfratto esecutivo già da tempo. E infatti così è stato, solo che prima di andarsene hanno chiamato i vigili del fuoco, dicendo che sentivano puzza di gas e avevano paura che scoppiasse tutto. Questo per far arrivare i controlli e mettere in atto la loro ritorsione, facendo scoprire l’attacco al gas di cui anche loro avevano usufruito per tre giorni, essendo a conoscenza di tutta la faccenda». Il racconto di S.M. è ricco di particolari di vita comune, di piccoli grandi dispetti tra condomini che si sono trovati loro malgrado quasi a convivere, separato da una sottile parete di cartongesso. Gli altri inquilini sono invece andati via, a detta di alcuni vicini, poche ore prima dell’intervento dei vigili del fuoco e dei tecnici AcegasApsAmga.
«Lo so, ho sbagliato e l’ho detto subito agli agenti di polizia, sono un termoidraulico e sapevo cosa stavo facendo, quindi non ho messo in pericolo gli altri condomini. Resta il fatto che per tre giorni ho usufruito abusivamente del gas e ne pagherò giustamente le conseguenze. Ma, ripeto, non ce la facevo più a vedere la mia compagna in quelle condizioni, costretta a lavarsi con l’acqua della pentola dove cucinavamo la pasta», ha concluso l’uomo. Dopo i dovuti controlli, i tecnici della società fornitrice di gas hanno provveduto a chiudere le valvole generali di ingresso del gas nel condominio, lasciando inizialmente tutto lo stabile senza fornitura in attesa del ripristino dell’AcegasApsAmga dopo ll’opportuna messa in sicurezza dell’impianto e delle tubazioni che sono state sottoposte per l’appunto all’allaccio abusivo. Gli agenti di polizia intervenuti sul posto hanno denunciato a piede libero il 53enne secondo gli articoli 624 e 625 del Codice penale, per furto e appropriazione indebita.
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