Trieste, albergatori contro Bucci sulla tassa di soggiorno

Gli operatori hanno seguito il dibattito in consiglio comunale abbandonando l'aula prima del voto in polemica con l’assessore Maurizio Bucci. Misura approvata con il “Sì” delle opposizioni
Turisti a Trieste
Turisti a Trieste

TRIESTE La tassa di soggiorno è stata la scintilla che ha dato fuoco alle polveri in Consiglio comunale giovedì pomeriggio: alla seduta ha assistito una folta rappresentanza degli albergatori, che a un certo punto ha abbandonato l’aula in polemica con l’assessore al turismo Maurizio Bucci. Al centro del contendere la concertazione sui proventi del balzello, che secondo gli albergatori il Comune vuole avocare a sé contravvenendo alle direttive regionali, mentre Bucci ha sottolineato più volte di voler stringere un accordo con le categorie al riguardo.

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È l’ennesimo atto di una polemica in corso ormai da tempo. La norma, ricordiamo, prevede una tassa di soggiorno compresa fra gli 1, 5 e i 2, 5 euro a notte fino a un massimo di cinque giorni. La variazione dipende dalla classe dell’alloggio. L’imposta per i camper è di un euro a notte. Durante la sua presentazione del testo, l’assessore Bucci ha sottolineato che «l’indirizzo della legge regionale è che i fondi ricavati dall’imposta vengano ripartiti in seguito a un accordo fra Comune e categorie»: «Al di là dell’indirizzo di legge – ha proseguito –, questa è anche la volontà politica del centrodestra. Quei fondi non verranno usati per riparare i marciapiedi o pagare gli stipendi dei comunali».

Bucci ha poi rivendicato gli incontri fatti con i rappresentanti nei mesi scorsi. Il presidente di Federalberghi, Guerrino Lanci, ha commentato dai banchi del pubblico: «Gli incontri ci sono stati, ma non hanno portato a un esito. Resta il fatto che il regolamento del Comune, all’articolo 2, prevede che l’ente locale decida della ripartizione dei fondi in sede di bilancio. La legge regionale, all’articolo 5, dice invece che devono essere concertati con le categorie. Secondo noi la legge regionale prevale». Nel suo secondo intervento Bucci ha affermato: «In bilancio vengono inserite delle voci ampie, non si parla dei fondi destinati a questo o quel volantinaggio promozionale. Ciò non contrasta quindi con il fatto che dopo l’approvazione del regolamento, il Comune incontri le categorie per stabilire come impiegare i fondi nel dettaglio». Gli albergatori han contestato la posizione di Bucci, ritenuta poco credibile, e hanno abbandonato l’aula.

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Molti consiglieri sono intervenuti sul tema. Il capogruppo forzista Piero Camber, dando voce agli albergatori, ha chiesto a Bucci di confermare che in ogni caso (a prescindere dall’esito del ricorso al Tar che il Comune ha avviato al riguardo) convocherà un tavolo consultivo con le categorie per la suddivisione dei fondi. La maretta, anche dentro alla maggioranza, non è mancata.

Il consigliere dem Roberto Cosolini, tra le altre cose, ha parlato del rischio che il Comune faccia tutto da sé: «Questo rischio esiste, come esiste anche il rischio che in assenza di un pieno coinvolgimento e di un’intesa un assessore decida in modo unilaterale cosa sarebbe meglio per il turismo e faccia scelte non condivise e magari “poco centrate”». Alla fine del dibattito Cosolini ha preso atto dell’impegno di Bucci, e ha annunciato il voto favorevole del gruppo. Sul tema è intervenuto anche il capogruppo M5S Paolo Menis: «Il ricorso al Tar del Comune lascia intendere una poca disponibilità a cooperare da parte dell’ente. Le parole dell’assessore in aula sembrano andare in direzione opposta. Mi auguro che ciò segni l’inizio di un nuovo rapporto tra Comune e categorie». Anche il M5S, così come Insieme per Trieste e Verdi-Socialisti, hanno annunciato il parere favorevole.

L’armonia si è spezzata poco dopo, quando la giunta ha fatto proprio un ordine del giorno della Lega, che chiedeva un tavolo di concertazione fra Comune e albergatori. Il Pd, sostenuto da tutta l’opposizione, ha presentato un odg analogo, in cui si parlava però di «intesa» tra i due interlocutori. Bucci ha rifiutato di farlo proprio, scatenando l’ostruzionismo della minoranza d’aula. Commenta il presidente di PromoTrieste Umberto Malusà: «La concertazione è un principio che non si può non condividere. È anzi la base su cui sviluppare le strategie. Rifiutare il confronto è illogico».

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