Trieste, al setaccio mail e foto del docente arrestato per violenza sessuale
Sequestrati cellulari e pc del prof accusato da una 18enne Scena muta davanti al Gip. Confermati i domiciliari
Foto Bruni 12.02.2018 Scuola Brunner-Roiano
TRIESTE Cellulari, pc e notebook. Nel blitz all’interno dell’appartamento del sessantatreenne Damiano Cannalire, il professore di Lettere delle scuole medie Addobbati e Brunner accusato di violenza sessuale su una studentessa di diciott’anni, i carabinieri hanno sequestrato tutto il materiale informatico in possesso del docente. Gli inquirenti intendono passare al setaccio telefonate, messaggi, contatti, mail, foto e file. Anche questo potrebbe risultare utile per tracciare un profilo dell’uomo e per trovare eventuali indizi utili alle indagini. Elementi che potrebbero confermare o smentire le ipotesi della magistratura.
«La mia casa è stata piantonata e mi hanno fatto una perquisizione come fossi un criminale, - fa sapere l’insegnante - ma io non ho proprio nulla da nascondere. Ho consegnato tutto. Ai carabinieri ho detto “prego, prendete pure quello che volete”...perché, ripeto, non ho niente da nascondere. Sono assolutamente estraneo ai fatti, saprò dimostrare la mia totale innocenza».
L’episodio di violenza sessuale denunciato dalla diciottenne, su cui ha indagato il Nucleo investigativo del comando provinciale dei carabinieri, si sarebbe verificato il mattino del 23 gennaio. Ma non in una delle due scuole medie in cui lavora il docente, bensì durante un open day organizzato dallo Ial di via Pondares per il corso di parrucchiere. L’insegnante si era proposto come “modello” per l’esercitazione. In quel momento, durante le prove di taglio, era presente una ventina di persone. Cannalire avrebbe rivolto alcuni apprezzamenti alla studentessa che si stava dedicando a lui. Ma i complimenti sull’aspetto fisico della ragazza sarebbero presto degenerati in commenti pesanti a sfondo sessuale e, infine, in veri e propri palpeggiamenti delle parti intime.
È stato il Nucleo investigativo del comando provinciale dell’Arma ad accertare le ipotetiche responsabilità del sessantatreenne, con una serie di riscontri sulla vicenda. Tra cui le deposizioni delle compagne della giovane presenti quella mattina nel salone dello Ial dove si stava tenendo lo stage. Le amiche non hanno assistito alle avances del prof, ma avrebbero confermato di aver visto la diciottenne scoppiare in lacrime. L’hanno trovata all’improvviso sotto choc. Ma gli atti sessuali sarebbero avvenuti con le altre persone accanto? L’uomo avrebbe allungato le mani senza che nessuno si accorgesse di nulla? Ci sono testimoni? Anche questo andrà appurato dagli investigatori. È stata la stressa studentessa a rivolgersi ai carabinieri raccontando la molestia. L’inchiesta dell’Arma è scattata immediatamente e si è conclusa nel giro di qualche giorno. L’uomo è stato arrestato nella propria abitazione. L’accusa è pesante: violenza sessuale, aggravata dall’aver commesso il fatto all’interno dell’istituto di formazione frequentato dalla vittima.
Ieri il gip Laura Barresi ha interrogato l’insegnante, difeso dall’avvocato Sara Pecchiari; Cannalire si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il giudice ha comunque confermato i domiciliari concedendo al docente due ore di libera uscita alla settimana (il mercoledì dalle 10 alle 12). La misura cautelare era stata disposta dal magistrato che aveva accolto la richiesta avanzata della Procura delle Repubblica a conclusione dell’istruttoria portata avanti dall’Arma in seguito alla denuncia della studentessa. Visti gli indizi, l’intenzione è tenere lontano l’indagato dai luoghi frequentati da giovani e minori. Nei prossimi giorni il legale di Cannalire tenterà di giocare la carta del Tribunale del riesame, proponendo la revoca dei domiciliari. Se ne discuterà nelle prossime settimane. Il professore ha comunque smentito tutto fin dal primo momento: «Sono assolutamente estraneo ai fatti - le sue parole - la giustizia farà il suo corso. Io saprò dimostrare la mia totale innocenza», ha ripetuto. Per poi ricordare che quella mattina, in salone, c’era almeno una ventina di partecipanti. «Eravamo assieme agli altri e nessuno ha visto né sentito nulla. Non capisco allora come sia possibile accusarmi di un reato del genere, io non ho fatto alcun apprezzamento alla ragazza e non l’ho toccata. Ora, dopo trent’anni di servizio a scuola, vengo trattato come un criminale».
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