Trieste al sesto posto fra le città “più zen” con una scuola di yoga ogni 8.500 abitanti

TRIESTE Trieste è la sesta città italiana “più zen”. Il dato emerge dalla ricerca firmata da Holidu, un portale web dove si possono prenotare le case vacanza, basata sul numero di scuole di yoga sul territorio. Si stima che siano 1,5 milioni gli italiani che praticano questa disciplina, che unisce al benessere fisico anche quello mentale e che dovrebbe aiutare a essere rilassati.
Al primo posto della classifica c’è Padova con uno studio ogni 5.688 abitanti, seguono Brescia, Bologna, Firenze e Milano e poi il capoluogo giuliano con uno studio ogni 8.500 abitanti.
Lo yoga è una pratica nata in India ed è una disciplina che attualmente non risulta ufficialmente tra quelle riconosciute dal Comitato olimpico italiano, ma viene considerata un’attività propedeutica per alcune pratiche come la ginnastica e la pesistica. Un po’ come per altre discipline che non hanno un riconoscimento dal Coni, esistono diverse articolazioni e federazioni o scuole di pensiero sulle varie declinazioni di questo tipo di attività che non ha delle regole precise.
Cristina Adriani è un’insegnante della metodologia Hatha, che ha iniziato a studiare in Francia: «Sono arrivata poi a Trieste nel 2000. Un così alto numero di studi potrebbe essere legato anche al numero di anziani presenti in città visto che lo yoga contribuisce a restare giovani e in forma. Io lo faccio praticare anche ai bambini, chiaramente però è una forma di gioco per loro».
Una delle difficoltà è legata a come riconoscere anche degli insegnanti qualificati: «A Trieste c’è una scuola che è riconosciuta. Personalmente diffido sempre da quelli che si definiscono “guru” o che presentano pratiche strane magari senza alcuna abilitazione. Io ho studiato in Francia dove ho preso l’attestato al temine di un percorso piuttosto lungo. Credo che lo yoga possa aiutare il fisico ma anche la mente perché consente di essere più rilassati mantenendo la calma».
Pure Giuliana Bellic, della scuola Casa yoga Lakshmi, rimarca: «È importante verificare che la scuola e l’istruttore abbiano un certificato, anche se magari lascia un po’ il tempo che trova. Il passaparola resta comunque uno strumento importante. Nella nostra scuola gli insegnanti devono seguire tre anni di corso normale, per poi frequentarne altri tre di specializzazione, quindi un percorso lungo». L’appello di Bellic è ovviamente a praticare lo yoga con serietà perché «tanti pensano di riuscire a fare tutto, ma non è così. Il beneficio non deriva da una posizione, ma dal percorso che si fa per arrivarci». —
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