Trieste, al "Pedocin" col velo? «Sì a regolamenti per vietarne l’uso»

Il vicesindaco di Trieste: «Preoccupante, ne stiamo discutendo dentro la maggioranza». L’imam: proibirlo è il peggio da fare
In Francia è scoppiato il caso burkini. Ma anche a Trieste si discute del "caso Pedocin"
In Francia è scoppiato il caso burkini. Ma anche a Trieste si discute del "caso Pedocin"

TRIESTE. La giunta comunale affronterà presto la questione del burkini, il cui utilizzo ha fatto capolino da qualche tempo anche al Bagno Lanterna e sul lungomare di Barcola. «Si tratta di pochissimi casi, ma ne stiamo discutendo all'interno della maggioranza», dice il vicesindaco leghista Pierpaolo Roberti, che non si sbilancia sulle decisioni che la giunta Dipiazza potrebbe prendere sull'ipotesi di limitare l'utilizzo della tenuta che alcune donne di religione musulmana impiegano per coprire il corpo e la testa mentre sono in spiaggia.

A ogni modo, «la mia idea è che in un bagno di proprietà comunale come la Lanterna ci debbano essere regolamenti che vietino l'accesso a chi vuole vestirsi in questo modo», chiosa il vicesindaco.

In spiaggia al Pedocin con velo e abiti lunghi
Una donna passeggia in burkini al Pedocin

Roberti evidenzia il suo punto di vista sul fenomeno: «È una cosa preoccupante, perché genera inquietudine nelle signore che frequentano il "Pedocin" e perché è evidente la sottomissione subita da una donna che si sente obbligata a indossare una copertura totale per andare al mare. Per la nostra società è inaccettabile: passiamo mesi a discutere di una cretinata come il Gioco del rispetto e poi permettiamo a una donna di andare completamente coperta al mare?».

Questione delicata, ammette il vicesindaco, perché si tratta di intervenire su una pratica connessa al credo religioso, ma «se da una parte c'è il diritto di tutti a professare il proprio culto, dall'altra c'è la necessità di preservare la nostra cultura e la nostra civiltà».

L'imam di Trieste, Nader Akkad, invita la politica a non porre divieti: «La Lanterna è una spiaggia dove vanno solo donne e le musulmane sono felici di frequentarlo: questo bagno rappresenta valore aggiunto della comunità triestina ed è una bella notizia che le donne musulmane vadano al mare, uscendo dalle loro case e integrandosi. Il burkini è una scelta assolutamente libera, perché in una spiaggia tutta femminile la donna musulmana può indossare un normale costume e non utilizzare il velo: chi usa il burkini lo fa quindi solo in base alla propria sensibilità, senza alcuna influenza da parte degli uomini».

L’ostilità delle habituè verso le nuove arrivate

Secondo l'imam, «se il burkini dà ad alcune donne la tranquillità di condividere gli spazi pubblici e non rimanere chiuse in casa, questa è una cosa da apprezzare. Il processo di integrazione è lungo e vietare è il peggio che si possa fare, perché ogni cosa vietata è una cosa desiderata».

Intanto il capogruppo della Lega alla Camera, Massimiliano Fedriga, commenta l'invito alla prudenza del ministro dell'Interno Angelino Alfano, secondo cui i divieti hanno prodotto scarsi risultati in Francia e rischiano di essere percepiti come una provocazione capace di attirare attentati: «È una follia», attacca Fedriga, per il quale l'approccio del ministro «significa piegarsi ai fondamentalisti islamici, umiliare le donne e svendere la nostra cultura. Alfano si vergogni».

Non meno duro Roberti: «Alfano cala le braghe senza prendersi responsabilità. Non possiamo arrenderci davanti a chi ci invade con l'immigrazione e ci toglie libertà: oggi i burkini sono un paio, domani dieci, fra cinque anni chissà. Andare al mare vestiti da capo a piedi non è una libertà ma una costrizione imposta da un certo modello culturale».

Akkad condivide invece le posizioni di Alfano: «Oggi abbiamo bisogno di un clima di tranquillità. Il burkini è un fenomeno estremamente minoritario e dovrebbe essere accettato da una società che ha scelto la libertà e la multiculturalità: l'integrazione passa anche dal fare il bagno assieme alle cittadine italiane e dovrebbe essere apprezzato chi cerca di far parte della società europea».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo