Trieste Airport verso la privatizzazione

Via libera alla vendita del 45%. Dopo il Mise anche la giunta regionale approva la procedura di gara con l’opzione per cedere un altro 10%. Save alla finestra

TRIESTE. Un altro passo verso la privatizzazione di Aeroporto Fvg. Antonio Marano, il presidente, lo definisce «fondamentale». La giunta regionale dà il definitivo via libera per la cessione del 45% del capitale sociale della spa (con opzione di acquisto di un ulteriore 10%) dopo il nulla osta alla procedura di gara, lunedì scorso, del ministero dei Trasporti. Alla raccomandazione ministeriale di tenere conto «dell'interesse pubblico al mantenimento, da parte della società, di condizioni di affidabilità nell'espletamento del servizio pubblico della concessione» e alla valutazione pure dell’Enac su una alienazione «articolata e complessa», ma che «risulta coerente e in armonia con i noti principi di derivazione comunitaria quali trasparenza, pubblicità e non discriminazione», l’esecutivo ha completato l’iter pre-gara introducendo via delibera modifiche, integrazioni e specificazioni alla procedura di cessione. Nello specifico, in recepimento anche di indicazioni del Mef, si tratta di quattro novità formulate dal direttore generale di Trieste Airport Marco Consalvo e fatte proprie dalla giunta. In luogo dei Patti parasociali, viene previsto nel bando un documento denominato "Accordo di Investimento", da rendersi pubblico contestualmente al disciplinare.

In tale accordo viene inserita la clausola sociale che prevede l'incremento dei livelli occupazionali nel caso in cui aumenti il Wlu (Work load unit o unità di carico, pari a un passeggero o a 100 kg di merce) e il divieto a procedere all'esternalizzazione di servizi e personale dell'azienda per i primi cinque anni dall'entrata nel nuovo azionista. Inoltre, per quanto riguarda i requisiti, viene aggiornato il triennio di riferimento (2015, 2016 e 2017 anziché 2014, 2015 e 2016) che individua l'arco di tempo in cui il candidato socio deve avere detenuto quote significative di imprese aeroportuali comunitarie, costituite in spa, vantando un Wlu medio superiore a 10 milioni, determinato dalla somma dei Wlu delle imprese aeroportuali partecipate. Tali partecipazioni, ed è questa l’ultima modifica, devono essere state non inferiori al 30% anziché al 40%. I possibili interessati a un investimento da 30 milioni, con Save sempre alla finestra, potrebbero essere Atlantia, gruppo che fa capo ai Benetton e che controlla la società Aeroporti di Roma e F2i, fondo privato che ha nelle sue mani Torino e Napoli, una quota di Bologna ed è l’azionista di riferimento di Milano Malpensa, Linate, e Alghero. Si parla anche di Bergamo, ma non sono escluse incursioni estere di Fraport, Aéroports de Paris, del gruppo Everbrigh di Hong Kong e dei cinesi di Hna. Nell’attesa Marano, ricordato l’utile netto di 3 milioni del 2017, il margine operativo lordo di 5,6 milioni e il +8% del traffico, assicura che, grazie a un bando «innovativo», Trieste Airport «si apre ai mercati internazionali».
 

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