L’anno record del Trieste Airport e i nuovi obiettivi, l’ad Consalvo: «Miriamo a rotte su altri hub»
Dalle presenze 2024 a 1,3 milioni, nel 2025 si salirà almeno del 21%. Previsione 2 milioni di passeggeri nel 2027
Quando lo scorso 7 ottobre Trieste Airport ha contato il milionesimo passeggero di un anno da record, il presidente Antonio Marano e l’amministratore delegato Marco Consalvo lo hanno premiato con un viaggio gratis per due persone andata e ritorno direzione Dubai, nuova connessione Ita Airways via Fiumicino.
Un regalo simbolo del prossimo step per l’infrastruttura del Friuli Venezia Giulia, che punta ad aggiungere a Roma e Francoforte (Air Dolomiti Lufthansa) altri collegamenti con aeroporti hub, puntando ad attori globali dell’aviazione come Air France, British e Iberia.
Sfida ambiziosa, che si giocherà nel 2026 dopo un 2024 che ha fatto segnare più di 1,3 milioni di presenze a Ronchi dei Legionari, il 41,5% in più del 2023, ma soprattutto il +69% sul 2019, l’anno precedente il cataclisma pandemia. In prospettiva 2025, con la società che sin d’ora anticipa il traguardo del milione e 600 mila passeggeri, Trieste Airport tra qualche mese avrà raddoppiato le presenze pre-Covid.
Consalvo, quali i voli che hanno trainato il risultato?
«Le compagnie preferiscono non diffondere i dati. Tuttavia, assieme a Roma Fiumicino e Francoforte, la top ten del successo si completa con il Bari, il Napoli, il Catania, il Palermo, il Londra Stansted, il Valencia, il Malta e il Barcellona».
Toccare quota 1,6 milioni nel 2025 significherebbe un ulteriore +21%. Quanto è solida questa previsione?
«Dal 30 marzo, inizio dell’offerta estiva, inseriremo Praga, Rotterdam, Stoccolma, Bucarest, Cagliari, Lamezia Terme e Olbia rispetto all’invernale e arriveremo a 27 rotte. Dobbiamo ancora capire come andranno le nuove destinazioni, quanto incideranno le frequenze aggiuntive sui voli già attivati nel 2024 da Ryanair e che cosa riusciremo a costruire sull’offerta invernale 2025-26. Ma riteniamo di superare in ogni caso quella cifra. Di quanto, si vedrà».
Nel 2015, quando siete arrivati Marano e lei, l’aeroporto Fvg chiudeva l’anno con 741 mila passeggeri. Il momento di svolta è stato l’ingresso in società di F2i, network che gestisce il 40% del traffico italiano?
«I momenti di svolta sono stati diversi. Dieci anni fa l’aeroporto necessitava di una doppia ristrutturazione: dell’infrastruttura e dell’azienda. Quella è stata la base ed è per questo che nei primi anni il traffico non è aumentato. L’entrata del fondo è stata molto importante, come pure, nel 2024, l’apertura della base Ryanair, effetto dell’abolizione da parte della Regione dell’addizionale comunale per l’imbarco dei passeggeri».
Quanto conta il rapporto con la Regione?
«È fondamentale. Le destinazioni le proponiamo alle compagnie aeree soprattutto in ottica turistica attraverso una programmazione congiunta. Con la Regione ci muoviamo come una cosa sola in ragione di strategie e obiettivi comuni non solo nello sviluppo delle nuove destinazioni, ma anche per potenziare e migliorare la mobilità regionale con il nostro polo intermodale».
Oggi in aeroporto un passeggero su tre arriva in treno. Che cosa si può fare di più?
«Intervenire sulla connessione ferroviaria. Con orari adeguati su Udine e con un collegamento migliore su Pordenone».
Qual è il volo che nel 2024 le ha dato più soddisfazione perché non se l’aspettava così vincente?
«Quello su Roma: siamo attorno al +20% di passeggeri sul 2023. Ma sono andati bene tutti i Ryanair verso il Sud e gli internazionali, con rotte interessanti come Berlino, Siviglia e soprattutto Londra, Cracovia, Valencia, Barcellona e Tirana che da marzo aumenteranno come numero di voli».
E il più deludente?
«Milano Linate, il volo che per il secondo anno gestiamo in continuità territoriale, e quindi con tariffe ridotte per i residenti, è il più indietro».
Che riempimenti ci sono?
«Mattina e sera funzionano meglio della partenza a centro giornata. Siamo comunque attorno al 40%, sicuramente si può fare di più. Del resto, i viaggiatori sono abitudinari e la concorrenza del treno conta».
C’è il rischio che perdiamo il beneficio?
«Abbiamo tre anni con un’opzione per il quarto. L’obiettivo è di salire a numeri che ci consentano di non avere più bisogno del supporto pubblico».
Conferma le trattative con Air France, British e Iberia?
«Confermo che lavoriamo sul 2026 anche con questi possibili attori. La differenza per noi la faranno i collegamenti con gli aeroporti hub. Evidente che ci mancano ancora Parigi Charles de Gaulle, Londra Gatwick, Madrid, Amsterdam, Istanbul».
Vi sentite in concorrenza con Venezia?
«Chi lo dice sbaglia alla grande. Non possiamo dimenticare che restiamo una regione di un milione e 200 mila abitanti».
Dove pescare?
«Oltre confine. Penso a Carinzia e Slovenia».
Assalto a Lubiana?
«Con Lubiana si tratta di diventare complementari».
Ma i 2 milioni di passeggeri sono un sogno?
«Sono un obiettivo entro il 2027. Come da piano industriale». —
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