Trieste, addio in musica al prof Graziano
TRIESTE Le note di “Wish you were here” hanno rappresentato il momento più struggente del “Concerto per Graziano”, un’iniziativa voluta dagli studenti e dai docenti dell’Istituto tecnico per geometri Max Fabiani, che si è svolta ieri sera per ricordare Graziano Capello, il 63enne insegnante di educazione fisica scomparso lo scorso agosto, in seguito a un malore che l’ha colpito mentre si trovava a Salonicco, ospite del suo testimone di nozze e grande amico Saki.
La canzone dei Pink Floyd è stata cantata da Silvia, la figlia 22enne del professore di Ronchi dei Legionari che con il fratello 26enne Francesco ha raggiunto la scuola dove Capello insegnava da 15 anni. Un refrain, quello scritto da David Gilmour e Roger Waters, che interpretato dalla giovane ha fatto venire la pelle d’oca e le lacrime ai presenti, circa duecento: “How I wish you were here”, “Come vorrei che tu fossi qui”, ha rappresentato il sentimento comune che ha spinto alcuni ex alunni della scuola di via Monte San Gabriele a mettere in piedi questo evento musicale.
Nel corso della serata si sono alternati sul palco sette gruppi musicali, alcuni dei quali si sono riuniti per l’occasione. Capello era un amante della musica e insieme all’ex preside del “Fabiani” Adriano De Vecchi e al docente di religione Paolo Marsili, aveva ideato il “Geo Rock”, una rassegna musicale che riuniva all’Istituto Fabiani i migliori gruppi musicali delle superiori triestini. Una passione, quella per la musica, che affiancava i moltissimi interessi che Capello coltivava, a incominciare dalla pesca e da tutte le attività sportive che, negli anni, l’avevano portato a vestire i panni del preparatore atletico di numerose compagini regionali. «Il primo ricordo che ho di mio padre – ricorda sorridendo il figlio Francesco – risale a quando da bambino andavo con lui a pescare». Ricordi immortalati in molte fotografie, come quella che ritrae la piccola Silvia, seduta sul seggiolino, mentre sorride in compagnia di un branzino di diversi chilogrammi appena pescato.
Un concerto, organizzato nel piazzale della “sua” scuola, che è stato anche l’occasione per intitolare al suo nome la palestra dell’istituto. «Ci trasmetteva la sua gioia di vivere – racconta emozionato l’ex studente Mattia Vatta -. Ci voleva far crescere come uomini, non solo come studenti. Era sempre disponibile ad ascoltare e a darci dei consigli, non solo di natura scolastica. Era un amico vero, anche se non abdicava al suo ruolo di insegnante, che svolgeva con serietà e dedizione».
Un’umanità, quella dimostrata da Capello, che non si esauriva con il suono della campanella. «Anche molti anni dopo la matura – così Francesco Lanza – ci trovavamo per parlare, per bere un caffè o un bicchiere di vino insieme. Era un amico». «Definirlo un collega sarebbe riduttivo – spiega Giuliano Santoli, docente di estimo al “Fabiani” - . Era un vero amico, vulcanico e trascinatore. Un docente che riusciva a coinvolgere i ragazzi e che veniva visto da loro come esempio. Lasciando un segno indelebile in chi l’ha conosciuto, Graziano è riuscito a cogliere il senso della vita».
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