Trieste, addio all’ultimo magazzino del Molo Sesto

L’abbattimento crea un piazzale da 70mila mq che consentirà di incrementare i traffici del terminalista Parisi
Le fasi di abbattimento dell’ultimo magazzino sul Molo VI in concessione alla Emt del Gruppo Parisi
Le fasi di abbattimento dell’ultimo magazzino sul Molo VI in concessione alla Emt del Gruppo Parisi

TRIESTE L’ultimo dei quattro magazzini che ostruivano la banchina viene abbattuto in queste settimane: prima della fine dell’estate sul Molo Sesto del Porto nuovo, Europa multipurpose terminal (Emt), società del Gruppo Parisi, avrà a disposizione un piazzale da 70mila metri quadrati, ampia piattaforma logistica in grado di far fare un ulteriore salto di qualità ai traffici intermodali in costante crescita che mettono in collegamento il Mediterraneo orientale con il Centro Europa.

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«Con un’ulteriore spesa di un milione e mezzo di euro - spiega il presidente Francesco Parisi - stiamo eliminando anche il magazzino che portava il numero 64 e che occupava seimila metri quadrati di spazio. L’area dovrà poi essere pavimentata, illuminata con le torri-faro e sorvegliata con le videocamere. Contiamo di avere il megapiazzale a disposizione per settembre».

Ogni settimana attraccano alla banchina di Emt quattro traghetti della società armatrice turca Ekol Logistics (erano tre fino a meno di un anno fa). Partono da Haydarpasa porto della sponda asiatica di Istanbul, due di questi però fanno anche uno scalo intermedio in Grecia a Lavrio, 56 chilometri da Atene.

Arrivano le navi portacontainer turche

Da qui traghetti ciprioti toccano sia la stessa Limassol, che Haifa in Israele. Seguendo tutta questa rotta, merci imbarcate a Trieste arrivano poi fino in Giordania. Logicamente i traffici avvengono in entrambi i sensi e sul Molo Sesto lo scambio intermodale nave-ferrovia raggiunge percentuali da record in Italia e contribuisce a togliere migliaia di Tir dalle strade dando un contributo determinante alla battaglia contro l’inquinamento.

Ogni settimana partono ben 37 treni (e altrettanti arrivano) e le principali località raggiunte sono Colonia (che pure si trova a soli 206 km dal porto di Anversa e ben 1077 da Trieste), Ludwigshafen, Francoforte e Monaco in Germania, Bettembourg in Lussemburgo e Ostrava nella Cechia.

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Parisi ha potuto illustrare il lavoro del teriminal al ministro di Infrastrutture e trasporti Graziano Delrio nel corso della sua recente visita a Trieste e gli ha anche spiegato che nei primi tre mesi del 2016, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, il traffico lato mare è cresciuto del 40% (c’è appunto una nave in più) ma è balzato all’insù del 16% anche quello via ferrovia.

Un ulteriore collegamento su ferro è stato inaugurato appena lunedì scorso e stavolta la destinazione è italiana, Novara per la precisione. È operato da Cemat, la società di trasporto combinato strada-rotaia che è controllata dalle Ferrovie dello Stato e partecipata dalla società elvetica di trasporto combinato Hupac.

Il servizio, realizzato in partnership con Trenitalia collega direttamente l'Italia del Nord da Est a Ovest, offrendo al mercato la possibilità di trasportare semirimorchi grazie a importanti interventi di potenziamento infrastrutturale e tecnologico della linea ferroviaria (adeguamento della sagoma agli standard europei) effettuati da Rete ferroviaria italiana.

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Il nuovo servizio, che è commercializzato in partnership con Alpe Adria di Trieste e Hupac, offre tre partenze settimanali per direzione. Da Novara e da Trieste possono essere serviti anche i mercati europei già collegati al network intermodale di Cemat.

Emt, che ha in concessione l’area fino al 2034, sta concludendo un investimento complessivo di 20 milioni di euro anche se 5 di questi sono beni già di possesso del Gruppo Parisi conferiti alla società terminalista. Annualmente vengono spesi 500mila euro per l’ammodernamento del parco macchine.

I dipendenti diretti sono diventati 48 con le sei nuove assunzioni dell’anno scorso e gli uffici sono stati trasferiti in locali totalmente rinnovati sullo stesso Molo Sesto. «Con il prossimo trasferimento del porto di sbarco-imbarco in Turchia da quello oggi congestionato di Haidarpasa a quello di Yalova - annuncia Parisi - aumenteranno i volumi di traffico e potrebbero esser ulteriormente rafforzati i collegamenti via ferrovia anche con l’aggiunta di qualche ulteriore destinazione».

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