Trieste, abusi al centro estivo su una bambina

L’autista del pullmino, su ordine del gip, verso il processo per violenza sessuale su minore. La vittima aveva 4 anni e mezzo
Un'immagine simbolo degli abusi sui minori
Un'immagine simbolo degli abusi sui minori

TRIESTE Abusi quasi quotidiani su una bambina di soli quattro anni e mezzo che frequentava il centro estivo “La Mezzaluna” di Malchina. Quel centro estivo in cui prestava servizio come autista del pullmino.

Marin Floaca, 51 anni, cittadino rumeno, è finito in grossi guai. Il pm Antonio Miggiani ne ha chiesto il rinvio a giudizio accusandolo di aver costretto la bambina a subire atti sessuali, di averne ripetutamente toccato le parti intime, di essersi fatto toccare.

I fatti risalgono a tre anni fa. Ma l’udienza preliminare, che si terrà il 29 gennaio, è stata fissata soltanto adesso. Il motivo? Il pm, dopo le prime indagini, ha chiesto l’archiviazione del procedimento. Poi, però, l’allora gip Raffaele Morway lo ho costretto a riaprire le indagini con un decreto. Il pm, in risposta, ha nuovamente chiesto l’archiviazione. Ma, su istanza dell’avvocato Mariapia Maier che tutela la famiglia della bambina, un altro gip - stavolta Guido Patriarchi - ha disposto nuovi accertamenti.

E così, dopo due successive ordinanze di imputazione coatta, si è arrivati in questi giorni all’accusa formale: Miggiani ha contestato al conducente del pullmino, difeso dall’avvocato Lucio Calligaris, il reato di violenza sessuale su minore.

La sconvolgente vicenda è emersa casualmente nell’ottobre 2012 durante una visita dei genitori della bambina al centro estivo in cui prestava servizio Floaca. «Scesi dall’auto abbiamo visto che all’ingresso del bar era seduto Marin che sapevamo essere il conducente del pullmino dei bambini» ha riferito il padre nella denuncia presentata ai carabinieri di Duino Aurisina. E ha aggiunto: «Quando mia figlia ha notato Floaca è esplosa in un pianto a dirotto».

Un comportamento apparentemente inspiegabile. Ma alla sera, al rientro a casa, la bambina di quattro anni e mezzo ha riferito ai genitori in maniera sommaria quello che le era accaduto durante il soggiorno al centro estivo. Poi, nei giorni seguenti, ha aggiunto dettagli su dettagli. «Marin mi ha toccato le parti intime» ha spiegato al papà mostrandogli cosa le era successo non una ma tante, troppe volte.

Le accuse della bambina, pesanti come macigni, sono state confermate anche nell’incidente probatorio: la piccola vittima ha confermato le dichiarazioni rese agli investigatori e agli psicologi tant’è che il gip Patriarchi, nell’ordinanza depositata ancora a settembre con cui sollecitava la richiesta di rinvio a giudizio del pm Miggiani, ha definito gli elementi indiziari idonei a sostenere l’accusa. Non solo: il gip ha anche evidenziato come lo psicologo avesse ritenuto la bambina idonea a rendere testimonianza precisando che «sa leggere la realtà che la circonda in modo corretto e senza distorcerla o ignorarla».

Ora si va all’udienza preliminare. E l’accusato rischia una condanna molto pesante.

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