Trieste, a Urologia si opera virtualmente “toccando” organi computerizzati
TRIESTE Corpi digitali e tavoli di dissezione virtuali, interventi chirurgici in diretta streaming, con la registrazione che rimane a disposizione degli studenti per rivedere i punti salienti dell’operazione. È stata la tecnologia a fare la differenza in questi mesi di didattica a distanza per il corso di Urologia della laurea in Medicina e Chirurgia dell’Università di Trieste. «Con 140 studenti ci siamo adattati ai disagi legati al Covid-19 grazie alla tecnologia. Ci siamo organizzati per lavorare il mattino a distanza e il pomeriggio con i pazienti in ospedale - racconta Carlo Trombetta, direttore della Clinica urologica di Cattinara e della Scuola di specializzazione in Urologia -. Un tempo si faceva lezione sui cadaveri, oggi abbiamo dei “corpi computerizzati”, che ci consentono di operare virtualmente, “toccando” i singoli organi, grazie a un sistema di visualizzazione tattile e interattivo che si chiama Anatomage».
Anatomage è un sistema avanzatissimo di imaging per l’anatomia, una combinazione di hardware e software che consente di lavorare come sul tavolo operatorio, con un corpo digitale a disposizione che rispecchia perfettamente il realismo di un corpo umano. Il sistema memorizza i “casi difficili”, accrescendo il proprio know how con il tempo, e consente di lavorare su qualsiasi immagine radiologica ad altissima risoluzione, anche grazie a un tecnico - questo tutto umano, Pierpaolo Bosazzi - che sa sfruttarne appieno le potenzialità.
Alle riprese video delle esercitazioni su Anatomage si è affiancato in questi mesi un collegamento diretto dalla sala operatoria, che ha consentito ai futuri medici di assistere da casa a interventi di diverso tipo, registrati per poter essere visti più volte. In altri casi, con una semi-live surgery, gli studenti hanno appreso gli interventi più difficili che, per la loro rarità, non è possibile programmare in diretta. La Clinica urologica oggi adotta un alto tasso di tecnologia per svolgere al meglio il proprio lavoro, a partire dalle operazioni con il robot Da Vinci, anche queste materia d’insegnamento a distanza grazie alle riprese audio-video. «Certo si è sentita la mancanza dell’interazione con gli studenti in presenza: parlare a un’aula vuota non è per nulla semplice», evidenzia Trombetta. Ma l’innovazione didattica al corso di Urologia di UniTs è stata anche di carattere contenutistico: «I ragazzi hanno seguito anche alcune lezioni tenute da psicologi, perché nel trattamento di alcune patologie particolarmente delicate è fondamentale utilizzare il giusto approccio con il paziente e la sua famiglia», spiega Trombetta. Attraverso un corso ben congegnato il professore conta di appassionare alla materia i migliori studenti di Medicina, che dopo la laurea possono proseguire il percorso a Trieste, entrando nella Scuola di specializzazione in Urologia, che Trombetta dirige. «In Italia l’Urologia come disciplina è nata qui, nel 1897, con Giorgio Nicolich, primario della prima divisione italiana dedicata. Quindi, nel 1978, è nata la Scuola di specialità triestina, che nel tempo ha sfornato professionisti di grande talento e ha visto raddoppiare in pochi anni i posti a disposizione. I nostri specializzandi lavorano in tutte le strutture della regione e, al penultimo anno, fanno anche un’esperienza di sei mesi all’estero». Tra loro c’è anche chi in Italia non è più tornato, come il triestino Giulio Garaffa, uno dei migliori andrologi di Londra. —
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