Trieste a Strasburgo: «Meritiamo di essere la Capitale della scienza»

TRIESTE La candidatura. Non è stato uno di quegli esami a cui uno si presenta impreparato e poi “come va, va”. Tutti quelli che hanno assistito alla presentazione della candidatura triestina all’Euroscience forum a Strasburgo confermano il fatto che le domande dei commissari sono state puntuali e stringenti: fondi a disposizione, idee per attirare i giovani, metodi per coinvolgere quell’area mitteleuropea che è stata il punto forte della proposta triestina fin dall’inizio. Tutte cose che i quattro commissari Esof (più due in collegamento telefonico) hanno voluto approfondire assieme al “champion”, ovvero colui che presentava il progetto: nel caso di Trieste, il professor Stefano Fantoni, ex rettore della Sissa e presidente della Fondazione internazionale Trieste.
La delegazione. Oltre a lui facevano parte della delegazione il vicepresidente della Regione Sergio Bolzonello, il sottosegretario del Miur Gabriele Toccafondi, il ministro plenipotenziario Manuel Jacoangeli, la presidente dell’Ogs Cristina Pedicchio in rappresentanza degli enti di ricerca, l’ingegner Pierpaolo Ferrante, l’ingegner Diego Bravar in rappresentanza di Confindustria, il professor Renato Gennaro per l’ateneo di Trieste e Alessandro Lombardo per l’Iniziativa Centro Europea. «Trieste, snodo e cerniera tra aree culturali e produttive a livello macroregionale - ha detto Bolzonello - ha una consolidata vocazione di luogo della ricerca internazionale che le offre le carte vincenti per ricoprire un ruolo da protagonista nell’assegnazione dell’Esof 2020».
I commenti in attesa del verdetto. «Il rapporto fra Trieste, il territorio regionale e la scienza - ha proseguito il vicegovernatore Bolzonello - è rappresentato da uno stretto e strategico legame, costituito dalla radicata presenza di istituzioni dedicate alla ricerca e di parchi tecnologici connessi con il mondo imprenditoriale. A supporto di tutto ciò, le politiche della Regione Friuli Venezia Giulia e il ministero della Ricerca hanno in questi ultimi anni creato un network fra le università, i centri di ricerca e le imprese finalizzato al trasferimento della conoscenza».
«Tutto sommato - così Sergio Paoletti, presidente di Area, a fine incontro - credo che sia andata bene. Sicuramente non era una passerella turistica. I commissari sono stati molto puntuali, preparati, e hanno chiesto risposte molto meditate, con documentazione e così via». L’impressione di Paoletti è «favorevole», ma «in queste cose è opportuno essere cauti». Anche perché, aggiunge, «gli avversari sono di tutto rispetto: l’università di Leida è una delle roccaforti della migliore scienza mondiale. Dal canto nostro noi abbiamo dato un’impressione di coesione territoriale e visione geopolitica, che peraltro era quel che richiedeva il bando. Incrociamo le dita».
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