Trieste, a Cattinara fino a 30 posti per la terapia intensiva
TRIESTE Scatta il piano di potenziamento dei reparti Covid – a cominciare dalla terapia intensiva – a Cattinara. «Considerato l’aumento dei casi registrati negli ultimi giorni – ha annunciato ieri il vicegovernatore con delega alla Salute Riccardo Riccardi –, a partire dal 12 marzo Asugi aumenterà progressivamente la disponibilità dei posti letto in terapia intensiva e semi intensiva all’ospedale di Cattinara, adeguata alle eventuali necessità». La riorganizzazione prevista per far fronte all’emergenza prevede di garantire «l’attività chirurgica urgente – ha aggiunto Riccardi – e quella oncologica, come già avvenuto durante le fasi più critiche».
Il fulcro del potenziamento sarà il reparto di terapia intensiva al 12esimo piano, per i malati più gravi. Fino a ieri mattina erano operativi 18 posti letto modulabili. Ora si aumenterà progressivamente, a seconda dei bisogni, fino ad arrivare a un massimo di 30, con un incremento di 3 pazienti alla volta.
Per quanto riguarda il reparto di terapia semi intensiva (Pneumo Covid) al 13esimo piano sono attualmente 26 i posti letto operativi e ancora non sono stati resi noti i numeri sugli eventuali margini di incremento. Per la terapia intensiva sono già stati individuati 10 infermieri provenienti dall’area isontina che nei prossimi giorni saranno chiamati a prendere servizio a Cattinara. Il modello assistenziale prevede un infermiere in servizio ogni 3 pazienti e un medico ogni 6.
Proprio sull’arrivo di ulteriore personale hanno chiesto garanzie, ieri, i rappresentanti sindacali: «La complessità assistenziale dei pazienti Covid in terapia intensiva richiede la presenza di un infermiere per turno ogni 3 pazienti sulle 24 ore e ciò significa che per aumentare di 3 posti ci vogliono altri 5 infermieri – ha sottolineato Fabio Pototschnig, segretario regionale Fials Confsal –. Se ne arriveranno 10 in più si potrà quindi arrivare a 24 posti. Per il week end era stato già chiesto al personale di fare turni aggiuntivi, ma non è pensabile che il sistema si regga così, il personale è già esausto dopo mesi di superlavoro».
«Con la chiusura delle scuole il rischio è che ci sia un notevole incremento di richieste di congedo con indennità al 50 %– ha osservato Francesca Fratianni della CgilFp – da parte di tante lavoratrici che non avranno qualcuno a cui affidare i figli. Anche a fronte di questo problema l’Azienda sanitaria è in grado di supportare l’annunciato incremento dei posti letto dal punto di vista dell’organico?». «Ormai in terapia intensiva Covid la normalità per coprire i turni mancanti, vista la scarsità di personale, è l’adozione di turni aggiuntivi che riescono a tamponare i vuoti di organico, ma se non limitati nel tempo e nel numero provocano nel personale ulteriore stanchezza – è la riflessione del referente sindacale della Cisl Giorgio Jurkic –. Se si aumenteranno i posti letto senza un adeguato incremento di personale la rianimazione rischierebbe di giungere a un punto di rottura. Da segnalare, inoltre, che diversi ricoverati nella rianimazione Covid di Trieste provengono dal resto della regione, ossia dall’Isontino, ma anche dal Friuli. Il nostro ospedale deve far fronte a delle carenze strutturali di altri nosocomi».
Infine, ieri è arrivata una buona notizia per quanto riguarda la diagnostica. Il test molecolare (Rt-Pcr) su saliva è stato validato ed è pronto per essere usato in Friuli Venezia Giulia. Asugi inizierà a utilizzarlo per tutta la regione grazie alla tecnologia già presente nel proprio laboratorio. Gli ultimi studi hanno confermato la validità di questa metodologia che si basa sul prelievo della saliva e non sull’ormai tradizionale prelievo naso faringeo. Un sistema più semplice che consente anche di ridurre i tempi di attesa. Sarà illustrato lunedì in una conferenza stampa al Maggiore. —
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