Trichilo: «Il consolato italiano a Capodistria non si tocca»
L’ambasciatore italiano: «Trattiamo con il Comune di Capodistria su un aumento dell’affitto o su un’altra sede»
L'ambasciatore italiano in Slovenia Paolo Trichilo
LUBIANA Tanto tuonò che non piovve. Il Consolato generale d’Italia a Capodistria non subirà sfratto alcuno. Potrebbe esserci eventualmente un cambio di sede sempre nell’area urbana del capoluogo del Litorale ma dovuto esclusivamente a considerazioni di convenienza commerciale, senza alcun retro pensiero e retro lettura dell’intera vicenda. La conferma giunge da fonti diplomatiche italiane le quali non vogliono assolutamente che anche alcuni fatti infondati vadano a intaccare gli ottimi rapporti bilaterali in corso, anche nella cornice europea, tra Italia e Slovenia.
«L'Ambasciata d’Italia a Lubiana segue da tempo e con la massima attenzione la questione della sede del Consolato Generale in Capodistria - spiega l’ambasciatore Paolo Trichilo - dopo che il Sindaco della cittadina aveva comunicato nei mesi scorsi l'intenzione di non intendere rinnovare il contratto di locazione in scadenza il 16 novembre 2016».
«Mentre il Consolato non è stato mai minacciato di sfratto - precisa l’ambasciatore - forzoso dalle forze dell'ordine (né quindi la Console Generale avrebbe potuto rilasciare dichiarazioni su questa ipotesi insussistente), ad oggi non è escluso che, a seguito di un incontro avuto dalla mia persona - il quale non ha in nessuna occasione fatto anticamera senza essere ricevuto - con il Sindaco, il Consolato Generale possa rimanere nella sede attuale».
«L'Ambasciata ha inoltre già valutato concrete alternative di locazione e acquisto - precisa ancora Trichilo - la situazione continua a essere oggetto di dialogo con il ministero degli Esteri sloveno in linea con le convenzioni internazionali vigenti che prevedono l'assistenza dello stato ospite rispetto alle sedi diplomatiche sul suo territorio».
Quindi, dopo la “bufera estiva” innescate dalle dichiarazioni del sindaco di Capodistria, Boris Popovic, la situazione è stata ricondotta a un dialogo concreto tra le parti anche perché lo stesso ministero degli Esteri di Lubiana si è immediatamente mossa per riportare il tutto a un serio tavolo di confronto tra le parti nel pieno rispetto anche delle norme del diritto internazionale.
È anche certo, dunque, che non si è mai parlato di sfratto della nostra rappresentanza consolare nel capoluogo del Litorale sloveno ma ci si è trovati di fronte a una scadenza di contratto d’affitto lo scorso 16 novembre, contratto che non contiene clausole rescissorie che determinino lo sfratto forzoso dell’inquilino.
«Stiamo lavorando concretamente - conclude l’ambasciatre Trichilo - per trovare la soluzione più adeguata per la nostra rappresentanza consolare a Capodistria e confermo che i rapporti tra Lubiana e Roma proseguono nel migliore dei modi su tutti i piani».
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