Tribunale e Procura ai ferri corti a Gorizia
GORIZIA. «Sono fortemente preoccupato. C’è il rischio che da maggio a febbraio del prossimo anno l’attività penale del tribunale di Gorizia sia sostanzialmente sospesa. Pur comprendendo le difficoltà venutesi a creare con la riduzione del numero di giudici a disposizione ritengo che si potessero trovare altre soluzioni rispetto a quelle adottate».
Il procuratore capo Massimo Lia non nasconde la sua critica rispetto alle decisioni assunte dal presidente del tribunale, Giovanni Sansone. «Ho avuto modo di esprimere direttamente le mie perplessità - precisa Lia - non vedo perché non possano diventare di dominio pubblico. Un'eventuale sospensione dell’azione penale provocherebbe conseguenze molto rilevanti sul piano sociale».
Da settimane ormai l’organo penale più importante, il collegio giudicante (composto dal presidente e da due giudici a latere), è costretto a rinviare al febbraio del prossimo anno udienze di procedimenti per delitti di notevole rilevanza: si va dalla bancarotta alla violenza sessuale tanto per citare i più significativi. «È stata scelta una gerarchizzazione dello svolgimento dei processi penali - spiega Lia - rispetto al quale dissento. Se concordo sulla precedenza da assegnare ai processi che riguardano soggetti per i quali sia stato emesso un provvedimento restrittivo della libertà personale o con imputati detenuti, non posso non a fare a meno di ricordare che queste fattispecie ricorrano in numero esiguo rispetto al totale dei procedimenti». Lia tuttavia si sforza di professare un cauto ottimismo.
«Sono sicuro che chi di dovere provvederà a inviare al tribunale di Gorizia uno o più giudici provenienti da altri tribunali del distretto. Non è competenza mia e so che il presidente Sansone si è attivato da tempo in tal senso. Non posso pensare che la situazione di emergenza in cui versa il nostro tribunale possa protrarsi per molto tempo. E non va dimenticato che da maggio, con l’inizio del congedo per maternità di un’altra giudice, la situazione è destinata a peggiorare ulteriormente».
Il procuratore capo indica quello che suo dire è una scelta poco efficace. «È stato dirottato al penale un giudice del civile, ma questo magistrato non può celebrare i processi derivanti da udienza preliminare. In tal modo si blocca la maggior parte dei processi e non resta altro che procedere a un rinvio di parecchi mesi. Ritengo che si sarebbe dovuta prendere una decisione affinché il nuovo giudice del penale potesse essere in grado di celebrare tutti i processi. Non conosco nel dettaglio la situazione della sezione civile del Tribunale di Gorizia e posso capire che sguarnendo il corpo dei giudici si rischiano anche in questo caso pesanti ripercussioni. Ma è un dato assodato che il penale così non può lavorare e riesce ad assolvere, con i giudici non togati, solo quei processi che possiamo considerare minori rispetto alle ricadute sulla società».
C’è un altro dato che si sta evidenziando durante le udienze del penale. Sempre più avvocati, legittimamente, non danno l’assenso al nuovo collegio giudicante a procedere nel dibattimento acquisendo le testimonianze e le deposizioni di eventuali periti raccolte nelle precedenti udienze presiedute da un collegio giudicante diversamente composto. Di conseguenza questi processi vanno rinnovati, un termine giuridico che significa, grosso modo, che i processi devono ricominciare da zero. L’ovvio vantaggio degli imputati è di avvicinarsi ai termini della prescrizione. Un altro elemento anomalo è la decisione dei giudici di rinviare le udienze di quattro-cinque processi diversi alla stessa ora e allo stesso giorno. Il 27 febbraio del 2017, tanto per fare un esempio, alle 10.30 saranno a ruolo ben quattro processi con una folta sfilza di testimoni.
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