Trentenne morto in casa a Gorizia: stroncato da un’overdose

Chiariti i motivi del decesso avvenuto nei giorni scorsi in un alloggio di via Brass Partite le indagini della Polizia per individuare il pusher: «Ad oggi nessun arresto»

TRIESTE. Stroncato da un’overdose di sostanze stupefacenti. La Polizia chiarisce le cause che hanno portato, nella notte fra giovedì e venerdì scorsi, al decesso del trentenne goriziano Enrico Sutteri, residente in via Italico Brass, non lontano dal Kulturni dom e dall’Istituto superiore D’Annunzio.

Gli approfondimenti sanitari e clinici hanno portato a questa conclusione incontrovertibile. Erano anni (almeno tre) che, almeno nel capoluogo isontino, non si verificavano decessi a causa dell’assunzione di una dose eccessiva di stupefacenti.

Le indagini, ora, sono in corso per ricostruire gli attimi antecedenti la morte e per individuare, soprattutto, il pusher che ha fornito la dose letale al trentenne. Le voci che circolano in città parlano di un arresto già effettuato ma la Polizia di Stato, attraverso l’ufficio di gabinetto, smentisce l’indiscrezione, ribadendo che «gli inquirenti sono al lavoro» e che «non c’è alcuna misura cautelare ai danni di nessuno». I prossimi giorni saranno fondamentali per avere un quadro più completo della triste vicenda.

Ma ricostruiamo l’accaduto. La Polizia, nei giorni scorsi, non aveva voluto confermare l’identità del giovane. Aveva ammesso solamente che il decesso c’era stato e aveva aggiunto, a denti stretti, soltanto altri particolari perché le indagini, aveva fatto sapere, «sono in corso per avere un quadro più completo della situazione». Una cosa, però, era stata esclusa. Sin dalla prima ora. Non c’erano stati coinvolgimenti di terzi. Non erano stati trovati né segni di intrusione, né di effrazione: pertanto, si era spenta subito l’ipotesi di un omicidio.

Nella notte fra giovedì e venerdì, due pattuglie della squadra volante della Questura di Gorizia erano intervenute in un’abitazione di via Italico Brass perché, a quanto pare, l’inquilino non rispondeva, non dava segni di vita. A quel punto, era scattato l’allarme. Gli agenti erano entrati nell’appartamento e avevano fatto la macabra scoperta, trovando il corpo senza vita del giovane. Era nella sua camera. Non è chiaro se fosse già a letto e se il cadavere fosse stato trovato a terra. Non erano intervenuti, invece, i vigili del fuoco che, solitamente, si occupano di aprire le porte quando queste risultano essere chiuse dall’interno.

Il trentenne - secondo le prime conferme - era morto a causa di un malore improvviso, determinato (è notizia di oggi) da dose eccessiva di sostanze stupefacenti. A dir poco fondamentali, per non dire decisivi sono stati l’autopsia e gli altri approfondimenti di carattere sanitario. La Polizia di Stato non aveva voluto confermare nemmeno che il ragazzo avesse avuto un passato di assuntore di sostanze stupefacenti. Una circostanza che trova, invece, piena conferma oggi. 

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