Trentacinquemila penne nere al raduno triveneto FT/VD

Giornata indimenticabile per il capoluogo isontino invaso dagli alpini. Emozionante sfilata. Organizzazione perfetta
La sfilata degli alpini a Gorizia (foto Bumbaca)
La sfilata degli alpini a Gorizia (foto Bumbaca)

GORIZIA. Almeno 35mila tra alpini e familiari provenienti da tutto il Triveneto e non solo hanno invaso pacificamente Gorizia, sede del raduno triveneto e adunata nazionale brigata Julia. Ventimila gli alpini che hanno sfilato. A questa stima si devono aggiungere le migliaia di goriziani che hanno seguito la manifestazione.

Lo sfilamento è avvenuto lungo i corsi Italia e Verdi e le altre vie del centro con una perfetta organizzazione. Ai lati degli alpini la folla ha accompagnato entusiasta il passaggio delle varie sezioni. Presenti tra le autorità la presidente della Regione Serracchiani e i sindaci dei Comuni dell'Isontino.

Entusiasmo e commozione al passaggio delle varie sezioni, per ciascuna delle quali lo speaker ha spiegato la storia e i reggimenti di appartenenza. Una bella lezione di storia non solo alpina. Nonostante l'enorme afflusso di alpini non si sono registrati soverchi problemi al traffico, tranne un intasamento al valico di Casa Rossa.

Il raduno è stato un toccasana anche per la ristorazione e i negozi che hanno lavorato bene. Al termine dello sfilamento la sezione Ana di Gorizia ha passato la stecca - una grande penna nera - alla sezione Ana di Val di Chiampo che organizzerà il raduno triveneto del 2017.

Il cielo, insomma, era verde questa mattina sopra Gorizia. Era il verde del cappello degli alpini. Se il corteo si è mosso alle 10, secondo un ordine prestabilito, alle 9 ecco il primo atto ufficiale dell’ultima giornata di festa alpina: l’alzabandiera al parco della Rimembranza e l’omaggio ai monumenti della Divisione Julia e del Terzo Reggimento artiglieria alpina.

In corso Verdi, lato Giardini pubblici, è stata montata la tribuna. Il passaggio in quel tratto ha coinciso con il momento clou del raduno che precede di poche settimane il centenario dell’ingresso a Gorizia del Regio Esercito. Due eventi che si intersecano fino a sovrapporsi idealmente perché gli alpini sono prima di tutto militari, da sempre in prima linea nelle guerre guerreggiate e nelle operazioni di solidarietà.

La sezione Ana di Gorizia, che con i suoi gruppi isontini ha perfettamente organizzato il raduno, ha atteso sin dalle prime ore di oggi l’arrivo a Gorizia di migliaia di alpini oltre ai tanti già giunti tra ieri pomeriggio e ieri sera. All’alba sono giunti a Gorizia 155 pullman, una novantina di pulmini, centinaia di autovetture. Molti hanno preferito arrivare in treno.

Una sorta di mini-prova generale di quanto è accaduto oggi la si è avuta ieri nel tardo pomeriggio. Dai Giardini di corso Verdi un corteo è partito in direzione di piazza Vittoria, per raggiungere la chiesa di Sant'Ignazio, dove si è svolta la messa in memoria di tutti i caduti con l'arrivo della Fiaccola del Centenario. A celebrare la messa – che ha visto anche la benedizione del nuovo vessillo dell'Ana di Gorizia -, è stato padre Enzo Poiana, assieme a monsignor Adelchi Cabass dell'arcidiocesi di Gorizia.

«Mi pare che i goriziani abbiano accolto in pieno l’appello lanciato nei giorni scorsi, quello di essere un tutt’uno con gli alpini. Ringrazio l’Ana per aver scelto Gorizia per questo raduno. Sono convinto che Gorizia non si farà dimenticare dagli alpini».

Paolo Verdoliva, presidente della sezione Ana di Gorizia, in questi giorni sembra alimentato da pile al plutonio: sempre presente, sempre attento, sempre ottimista, nonostante lo scherzo di pessimo gusto tirato da Enac che ha negato il lancio di paracadutisti alpini sullo stadio Baiamonti. Non lo conferma ufficialmente, ma si intuisce che archiviato il raduno con Enac sarà battaglia.

Il presidente nazionale dell’Ana, Sebastiano Favero, negli interventi ufficiali fin qui tenuti, ha sempre dato atto della strepitosa accoglienza assicurata da Gorizia agli alpini.

Il troppo entusiasmo per gli alpini ha creato qualche problema ieri sera al sindaco Romoli. Circa trecento persone non sono riuscite ad entrare nel Teatro Verdi, tutto esaurito, dov’era in programma il concerto della fanfara e del coro congedati della Julia. Proteste veementi da parte degli esclusi. Romoli, salito su una sedia, ha cercato di calmare gli infuriati mancati spettatori promettendo un bis del concerto all’aperto appena concluso quello in teatro.

Gorizia appare in splendida forma, le migliaia di bandiere tricolori le conferiscono un’aria solenne e allo stesso tempo sbarazzina. Una Gorizia piena di gente, piena di alpini, è una città bellissima. L’Ana ha riconosciuto pubblicamente quanto la storia sia la cifra di questa città, ricordando anche che Gorizia è sede del prestigioso festival internazionale èStoria.

L’arrivo dei muli ha conferito allo sceneggiatura un tocco di calore particolare. Accanto ai loro alpini, hanno atteso pazientemente il completarsi delle cerimonie, i loro massicci zoccoli hanno pestato in lungo e in largo il suolo isontino. Per loro tante carezze sui musi solidi punteggiate da quegli occhi che esprimo lontane sofferenze e fatiche.

Gorizia è l’ora, dunque. L’ora di esserci per ricordare che questa città così contorta dalle drammatiche vicende storiche che l’hanno attraversata è nel cuore di tanti italiani con una penna in testa.

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