Trenta clienti a tavola per cena, protesta di un locale di Trieste

Un’iniziativa accompagnata anche da pesanti critiche da parte di altri operatori del settore della ristorazione che hanno a loro volta lanciato l’hastag #iononapro. E non sono mancati scontri accesi su Facebook tra i clienti: da un lato i sostenitori della prova di forza, dall’altra i paladini del rispetto delle regole
Tavole apparecchiate e clienti nella pizzeria Celestino a Trieste. (Foto Lasorte)
Tavole apparecchiate e clienti nella pizzeria Celestino a Trieste. (Foto Lasorte)

TRIESTE. Una trentina di clienti seduti ai tavoli a cena, quindi ben oltre l’orario limite delle 18. È la provocazione plateale andate in scena venerdì 15 gennaio a Trieste in uno dei locali, pochi per la verità, aderenti alla protesta nazionale #ioapro. Un’iniziativa accompagnata anche da pesanti critiche da parte di altri operatori del settore della ristorazione che, in segno di aperto dissenso, hanno a loro volta lanciato l’hastag #iononapro. E non sono mancati nemmeno scontri accesi su Facebook tra i clienti: da un lato i sostenitori della prova di forza, dall’altra i paladinidel rispetto delle regole.

La violazione più evidente, come detto, in una pizzera, Celestino Gourmet di via Dia. Lì il titolare ha fatto sedere a tavola una trentina di clienti. «Meglio il rischio di una multa che morire di fame - dice Elena Bosich, che con il marito gestisce il locale -. Abbiamo ricevuto le prenotazioni nei giorni scorsi e abbiamo sistemato le persone secondo i distanziamenti previsti, e con i soli congiunti seduti allo stesso tavolo. E sono stati tutti molto contenti».

Ad aderire alla protesta anche Paolo Stricca di Ciò là, di via Galatti. La sua prova di forza però è durata molto poco. «Alle 18.30 sono arrivate le forze dell’ordine e mi hanno multato ma - annuncia il titolare Paolo Stricca - non mollo, continuerò ad aprire ogni sera».

Per il resto, come detto, insegne e serrande sono rimaste abbassate. Dopo le 18 le strade sono rimaste deserte, come via Torino, affollata fino a pochi minuti prima dello stop forzato e poi saracinesche subito abbassate e porte chiuse. Così anche in Cavana, piazza Unità, piazza della Borsa e via San Nicolò. E alcuni titolari di locali si sono apertamente schierati contro la mobilitazione. «#iononapro per rispetto - ha scritto sui social Gabriele Cinquepalmi del ristorante Casa Rosandra - sono da sempre critico verso questo governo che non rappresenta il popolo, ma come cittadino, imprenditore e politico rispetto la legge. E tutelo i nostri clienti e collaboratori che rischierebbero una pesante sanzione. Questa però non è una resa. Non mollo di un centimetro la protesta politica verso chi ci governa». 


 

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