Tremonti taglia 2207 poltrone in regione

TRIESTE. Le poltrone da mettere in soffitta, hanno fatto sapere Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti la scorsa settimana, nel giorno in cui il «cuore grondava sangue», sono 54mila in Italia. Il Friuli Venezia Giulia fa la sua parte, almeno sulla carta: ne può archiviare 2.207 tra Regione, Province e Comuni (9 su 10 quelli interessati). La specialità è una barricata sufficiente per non tagliare, almeno non tutto il tagliabile.
Ma, stando alle dichiarazioni di Renzo Tondo, anche nella nostra regione si utilizzeranno le forbici. E non poco, a quanto pare. Nei giorni di Ferragosto, anziché dell’ombrellone, la politica si arma di calcolatrice. Sul tavolo il decreto dell’emergenza nazionale, in particolare gli articoli 14, 15 e 16, quelli che puntano a dimagrire l’apparato negli enti locali. Si comincia con la riduzione del numero di consiglieri e assessori regionali. La previsione è che, esclusi i governatori, il numero massimo degli eletti debba essere uguale o inferiore a 20 per le Regioni con popolazione fino ad un milione di abitanti; a 30 per le Regioni con popolazione fino a 2 milioni di abitanti; a 40 per le Regioni con popolazione fino a 4 milioni di abitanti; a 50 per le Regioni con popolazione fino a 6 milioni di abitanti; a 70 per le Regioni con popolazione fino ad 8 milioni di abitanti; a 80 per le Regioni con popolazione superiore ad 9 milioni di abitanti, la sola Lombardia.
Nel caso del Friuli Venezia Giulia si tratterebbe di scendere dagli attuali 59 a 30 eletti (come Sardegna, Liguria, Marche e Abruzzo, territori tra 1 e 2 milioni di abitanti) e da 10 a 6 assessori (in tutte le Regione si prevede un quinto del numero dei consiglieri): misure da adottare entro sei mesi dall’entrata in vigore del decreto e da rendere efficaci dalla prossima legislatura. Ci fosse l’ok, tutt’altro che scontato, di piazza Oberdan, un totale, dunque, di 33 poltrone in meno di adesso.
Più realistico immaginare una contrazione dei posti nelle Province. Tondo si è già detto favorevole all’accorpamento tra Trieste e Gorizia ma non ha nemmeno escluso la scomparsa di entrambi gli enti nel caso in cui si optasse per l’area metropolitana triestina. Nel qual caso sparirebbero 60 caselle tra giunte e consigli della Venezia Giulia. Ma in programma, all’articolo 15 del decreto, c’è anche il dimezzamento di consiglieri e assessori nelle due Province con più di 300mila abitanti, Udine e Pordenone: altre 36 poltrone potenzialmente in archivio dalla prossima legislatura. Ma il taglio secco riguarda soprattutto i Comuni, e non solo quelli sotto i 1.000 abitanti. A essere toccati dalla manovra, sempre con la premessa che la Regione è autonoma in materia, sono 195 su 218, poco meno del 90%. Sotto quota 1.000 residenti se ne contano 47 e ciascuno è destinato a perdere i suoi 2 posti da assessore e i 12 in consiglio.
Soppressi giunta e assemblea resterebbe solo il sindaco, ha confermato pure Tondo: da 705 a 47 eletti, una riduzione di 658 unità. Riduzione destinata ad aumentare con ulteriori provvedimenti contenuti all’articolo 16: dal prossimo rinnovo i Comuni con popolazione tra 1.000 e fino a 3mila abitanti sono chiamati a contrarre il consiglio a un sindaco e 5 consiglieri, con il numero massimo degli assessori stabilito in 2; tra 3mila e 5mila, consiglio a un sindaco e 7 consiglieri (massimo 3 assessori); tra 5 e 10mila abitanti, consiglio a un sindaco, 9 consiglieri (massimo 4 assessori.
Tenendo conto che in regione ci sono 82 Comuni tra 1.000 e 3.000 abitanti, 28 tra 3 e 5mila, 38 tra 5 e 10mila (tutte le tre classi contano oggi 16 consiglieri), si può calcolare un complesso di 1.420 eletti in meno. E così, sommando le voci Regione, Provincia e Comuni la manovra Tremonti cancella oltre 2.200 posti della politica del Friuli Venezia Giulia. Un mega-taglio da sottoporre al vaglio del Consiglio regionale.
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