Tremila “vacanzieri” bloccati sulla costa: sono i proprietari delle seconde case
Croati finiti nel lockdown nelle note località di villeggiatura, oppure sfollati dal terremoto che ha colpito Zagabria

FIUME Li definiscono, tra virgolette, turisti, ma in realtà sono persone giunte nel Quarnero per andare a soggiornare nella loro seconda casa. In base alle nuove disposizioni, i titolari di questi immobili hanno l'obbligo di notificare la loro presenza, venendo così iscritti nelle liste turistiche, atto necessario anche per ottenere il lasciapassare.
In questi giorni i “vacanzieri” nel Quarnero sono 2.300, di cui la gran parte sono appunto cittadini che per un motivo o l’altro hanno deciso di trascorrere qualche giorno nelle abitazioni di loro proprietà, dislocate per la maggioranza in riva al mare. Una minoranza è costituita da turisti veri e propri, che alloggiano nei pochi alberghi ancora aperti, oppure dagli affittacamere. Sono persone che hanno optato per il Quarnero in luogo dell’area di provenienza, ritenendo che la regione fiumana fosse più tutelata dal coronavirus che altrove. In effetti i dati sembrano dar loro ragione: negli ultimi tre giorni, nella contea di Fiume non c’è stato neanche un caso di Covid-19, mentre il totale delle persone ammalate è di 68, con 20 guariti e una persona deceduta. Alcuni di questi ospiti lavorano online e dunque non hanno il pressante obbligo di tornare a casa.
Inoltre i confini sono attualmente sigillati o quasi e varcarli non è la più semplice delle operazioni. Si è poi venuto a sapere che dopo il sisma del 22 marzo a Zagabria e dintorni, circa 200 zagabresi si sono stabiliti nella regione quarnerina, scelta obbligata per i pesanti danni del terremoto alle loro abitazioni. Nella sola Fiume, il mese di marzo ha registrato 9.283 pernottamenti, il 54 per cento in meno su paragone annuo. Prima che la pandemia cambiasse la vita a tutti, il turismo quarnerino aveva dato ad intendere che avremmo vissuto ancora una stagione zeppa di primati. Nei primi due mesi del 2020, le presenze degli ospiti russi erano aumentate del 50%, quelle tedesche del 34, le austriache del 20, mentre c’era stato un boom da parte degli sloveni (+40%). Il coronavirus ha sciolto in un attimo gli ottimi risultati conseguiti, trasformandoli in numeri da mal di testa, che incutono paura agli occupati del comparto e ai datori di lavoro.
Nel primo trimestre, gli arrivi sono stati 13 mila e i soggiorni 78 mila, per un calo su base annua che tocca i 50 punti. La malattia ha inoltre congelato tutte le manifestazioni legate a Fiume capitale europea della Cultura 2020, eventi che avrebbero dovuto attirare un gran numero di villeggianti in città. Proprio di recente sulla rivista italiana Dove è stato pubblicato tutto quanto riguarda il progetto, con Fiume descritta come città tranquilla, dove coesistono numerose comunità nazionali. Sono stati citati, tra gli altri, il Corso, Tersatto, il teatro Ivan de Zajc, l’ ex Palazzo del Governo. Purtroppo anche il capoluogo del Quarnero deve fare i conti con la crisi innescata dalla malattia. A fine marzo l’ ufficio collocamento regionale ha rilevato la presenza di 8 mila e 218 disoccupati, ben 720 persone in più rispetto al mese precedente, per una lievitazione che sfiora il 10%. Buona parte dei neo senza lavoro proviene dai settori alberghiero e della ristorazione. —
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