Tremila studenti a Trieste per cambiare la scuola
Da piazza Goldoni a Ponterosso: il corteo di studenti delle superiori e universitati ha paralizzato la città. Bersagli degli slogan: il ministro Gelmini e la sua contestatissima riforma; la Regione e i finanziamenti alle scuole private; il direttore dell’Ufficio scolastico regionale Daniela Beltrame
Non ci è riuscita nemmeno la pioggia, a bloccare la protesta degli studenti triestini, che ieri si è snodata lungo le vie del centro. Un corteo imponente, di oltre 3mila persone, come da anni non se ne vedevano a Trieste. Studenti delle superiori e universitari, uniti in un’unica lunghissima marcia del dissenso che, tra striscioni, musica rock e punk a palla, tamburi e fischietti, ha riempito e paralizzato la città da piazza Goldoni e da piazzale Europa fino a Ponterosso. Una voce dirompente, amplificata dai megafoni alla testa del corteo, che hanno scandito grida e affondi contro il sistema-scuola voluto dai ”piani alti”. Bersagli prescelti: il ministro Gelmini e la sua contestatissima riforma; la Regione e i finanziamenti alle scuole private; il direttore dell’Ufficio scolastico regionale Daniela Beltrame, accusata di «essersi limitata a spedire agli studenti impegnati nell’occupazione delle scuole, due pagine inutili e retoriche, in cui - hanno urlato i ragazzi - veniamo descritti come disinformati e inconsapevoli».
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Anche Trieste, dunque, ieri non ha voluto mancare alla grande mobilitazione studentesca che da Nord a Sud ha attraversato lo Stivale, in occasione della giornata del diritto allo studio. Un appuntamento rafforzato e amplificato dalla settimana di occupazione, e che ha rappresentato una sorta di chiusura simbolica di questi giorni di protesta. Due i cortei, partiti alle 14.45 e poi confluiti, alle 15.30, in un’unica colonna in piazza Dalmazia. Gli universitari, circa 700, sono scesi da piazzale Europa lungo via Fabio Severo (accompagnati per un breve tratto del rettore Francesco Peroni). Il fiume degli under 19, chiamati a raccolta dall’Unione degli studenti regionale, è partito da piazza Goldoni. Tanti, tantissimi i ragazzi, armati di megafoni, striscioni, cartelli e magliette a tema. Tra di loro anche qualche docente e un paio di politici (il rifondatore Antonaz e il democratico Codega). Non sono mancati i ragazzi del Dante e del Carducci con i caschetti antinfortunistici, indossati in senso provocatorio anche ieri mattina in classe, per portare avanti la protesta contro lo stato in cui giacciono molte scuole, obsolete e fatiscenti. «Voi vi preoccupate del costo della scuola. Noi ci preoccupiamo del prezzo dell’ignoranza» si leggeva su uno striscione, mentre su un altro capeggiava la scritta: «Calpestano cultura, ricerca e diritti. E noi protestiamo». Al di là delle tante ”lenzuolate” sventolate dai ragazzi, però, la parola d’ordine è stata: niente bandiere. «Una scelta voluta - ha commentato Riccardo Laterza, coordinatore regionale dell’Unione degli studenti -. La protesta doveva essere compatta, senza strumentalizzazioni politiche e divisioni partitiche. Questa è la voce della scuola e dell’università triestina tutta». «Il corteo ha ricevuto l’appoggio del Consiglio degli studenti e dello stesso rettore Peroni, che non ha potuto rimanere con noi a causa di un impegno fuori Trieste, ma che ha detto di condividere la battaglia contro i continui tagli ai finanziamenti - ha commentato una studentessa di Fisica dell’ateneo triestino, Marta Zonno -. Il rettore ci ha ringraziati anche per la scelta di non sventolare bandiere, per non politicizzare la manifestazione». E, effettivamente, di bandiere, se n’è vista una sola spuntare sopra le migliaia di teste incolonnate: quella arcobaleno della pace.
Unico momento di leggera agitazione, quando un gruppo di Lotta studentesca ha fatto sentire la propria voce: «Hanno alzato delle bandiere nere e urlato contro i migranti del comitato Primo marzo, invitati da noi alla manifestazione - ha spiegato Laterza - e li abbiamo invitati ad andarsene». Tra l’altro, proprio il comitato Primo marzo ha guadagnato per una ventina di minuti la testa del corteo degli studenti delle superiori, in via Carducci. Le due colonne si sono incrociate in piazza Dalmazia, imboccando via Ghega e svoltando in via Roma. Entusiasmo, energia, colore: la carica dei 3mila è confluita in piazza Ponterosso alle 16.10, dove sono stati organizzati ”comizi” sparsi qua e là, accompagnati da musica e tamburi. «Adesso ci devono ascoltare - ha urlato al megafono Gabriele Cosoli, rappresentante degli studenti all’istituto Volta -. Altrimenti occuperemo di nuovo».
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