Tredicenne scivola sul sentiero Rilke e muore dopo un volo di trenta metri

Alessio Rotta ha scavalcato la staccionata per ammirare il panorama. La tragedia avvenuta sotto gli occhi della madre
I soccorsi sul sentiero Rilke
I soccorsi sul sentiero Rilke

Tredicenne precipita dal Rilke: le immagini dei soccorsi

TRIESTE Tredici anni appena. Una vita spezzata su una roccia, nel vuoto di un burrone, durante una semplice passeggiata sul Rilke assieme alla mamma.

Sono le cinque e mezza di ieri pomeriggio quando l’allarme arriva alle centrali di soccorso. Le primissime informazioni sono sommarie e ancora piuttosto confuse: riferiscono di una persona precipitata dal sentiero.



È grave, ma in quel momento appare ancora in vita. Non si sa esattamente dove sia successo. Non si sa da quanti metri. Non si sa chi sia la vittima, né tanto meno l’età. Né se si tratti di un tentativo di suicidio, come purtroppo ne sono avvenuti in passato.

Lo choc dei pompieri colleghi del padre e il dolore dei residenti di Borgo San Mauro


Man mano che trascorrono i minuti inizia a farsi largo l’ipotesi dell’incidente. Uno stupido incidente finito in tragedia. Si parla prima di un bambino, poi di un ragazzo. Le risposte appaiono tristemente più chiare poco dopo: tredici anni. Si chiama Alessio Rotta, residente a Borgo San Mauro.

Alessio è caduto all’inizio del Rilke, stava facendo quattro passi con la madre. La zona è vicina all’infopoint di Sistiana. In quel punto la roccia scende a strapiombo sulla baia sottostante, in prossimità del parcheggio dietro alla discoteca Cantera.

Il tredicenne ha fatto un volo di trenta metri. Non c’è stato nulla da fare. È morto. Un dramma che lascia senza parole.

La mamma, incredula e sotto choc, avrebbe allertato innanzitutto il padre. Sono stati dunque i genitori a dare l’allarme: il papà del tredicenne è un pompiere e, a quanto pare, la prima cosa che avrebbe fatto è stata chiamare i colleghi. Ma andrà chiarito, se può avere importanza.

Sul posto si sono fiondate le squadre speciali dei vigili del fuoco, il Soccorso Alpino e Speleologico, il 118, la polizia e i carabinieri.

Ma la zona, come noto, è impervia e per raggiungere il punto esatto in cui si trovava il giovane serviva l’elisoccorso. Non appena è apparsa chiara la gravità della situazione, il team ha fatto calare sulla parete un tecnico del Soccorso Alpino del Friuli Venezia Giulia e medico. Che non ha potuto far altro che constatare il decesso del ragazzino.

La dinamica dell’incidente è apparsa più nitida a tarda sera: Alessio è scivolato proprio dal sentiero. Ha voluto guardare un po’ meglio il mare, le rocce, lui che amava la natura e le arrampicate. Quindi ha scavalcato una staccionata di protezione per affacciarsi in un punto che gli sembrava più panoramico. Più bello.

Un azzardo. Il fogliame al suolo ha fatto perdere aderenza al povero tredicenne facendolo saltare nel vuoto.

La sua caduta si è fermata dopo trenta metri su una cengia, un camminamento orizzontale di roccia a “v” presente sulla parete. Alessio si è incastrato lì. Precipitando ha probabilmente battuto la testa.

Per recuperare il corpo, di sera, è stato necessario che i soccorritori, due vigili del fuoco e quattro tecnici del Soccorso Alpino del Fvg, si calassero in un primo tempo fino alla cengia dove c’era Alessio, esamine.

Poi, sistemata la salma sulla barella, il team di soccorritori ha continuato la delicata operazione di recupero con ulteriori calate di corda: altri sessanta metri, grosso modo, fino a raggiungere i piedi della parete rocciosa. —


 

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