Tredicenne inghiottito dal pozzo a Gorizia: ECCO I NOMI DEI 14 INDAGATI PER LA MORTE DI STEFANO
GORIZIA E’ ad ampio spettro e per certi versi sorprendente la lista degli indagati per la morte di Stefano Borghes, il ragazzo di 13 anni deceduto, mercoledì 22 luglio a Gorizia, precipitando nel pozzo del parco Coronini Cronberg mentre partecipava a un centro estivo. Nell’elenco figurano 14 persone.
“Un numero ampio per tutelare le singole posizioni, è un atto di garanzia dovuto e permettere a tutti di esercitare i propri diritti alla difesa”, aveva precisato in mattinata il sostituto procuratore Laura Collini ricordando che le notifiche sono in corso.
Tra queste 14 persone non ci sono solo i vertici della Fondazione Coronini Cronberg, come era facile aspettarsi, ma insieme al sindaco Rodolfo Ziberna - per Statuto presidente della Fondazione - e al direttore Enrico Graziano, ci sono anche tutti i componenti di diritto del direttorio (Marco Menato e Raffaella Sgubin), i componenti cooptati effettivi dello stesso (Maddalena Malni Pascoletti e Maurizio Boaro) e quelli cooptati supplenti (Emanuela Uccello e Bruno Pascoli).
Tra questi figurano anche l’assessore regionale alla Cultura, Tiziana Gibelli, e il suo predecessore Gianni Torrenti; nonché il soprintendente ai Beni archeologici e alle Belle arti del Friuli Venezia Giulia, Simonetta Bonomi, e anche in questo caso il suo predecessore Corrado Azzolini.
Stefano Borghes stava partecipando al centro estivo organizzato dal coordinamento delle parrocchie di Gorizia e per questo nell’elenco figurano anche i due educatori, Gabriele Brumat e Andrea Gaudenzi.
La Procura di Gorizia ha ribadito che la lista è ampia, per garantire a tutti la possibilità di difendersi nominando dei consulenti di parte in vista delle perizie e dell’autopsia del ragazzo che si svolgerà lunedì 27 luglio. E’ probabile che al termine delle indagini preliminari alcuni dei nomi inseriti nell’elenco saranno depennati.
A livello ufficiale, non è ancora stato chiarito se qualcuno abbia effettivamente assistito o meno all’incidente; se, cioè, insieme al tredicenne al momento della tragedia ci fosse qualcuno come sarebbe emerso da alcune testimonianze raccolte sul posto il giorno stesso. Gli investigatori stanno ancora ascoltando le persone che mercoledì mattina si trovavano nel parco di viale 20 Settembre.
Le audizioni sono individuali e, considerata la minore età della maggior parte dei potenziali testimoni, richiedono tutta una serie di garanzie che rallentano il lavoro di raccolta degli elementi di indagine. «In questa fase dire se il ragazzo fosse da solo o meno è azzardato: è tutto da accertare», spiega il questore di Gorizia Paolo Gropuzzo che, riguardo a indiscrezioni legate a ipotetiche perquisizioni da parte degli inquirenti, nota: «Non ci sono i presupposti. Ciò che deve essere verificata è la situazione contingente».
«Si tratta di un atto dovuto - ha commentato Ziberna - che ricevo con la consapevolezza che ciò permetterà a tutte le persone coinvolte di nominare dei periti per l'autopsia: in questo momento non voglio entrare negli aspetti giudiziari, ma solo in quelli umani. Le notifiche permetteranno di far svolgere al più presto l'autopsia e questa è la cosa più importante, perché ogni giorno che passa, per la famiglia si aggiunge strazio a quello precedente. Il mio unico auspicio è che venga fatta la più totale chiarezza sulla dinamica della tragedia: lo dobbiamo ai genitori di Stefano».
«Mi è stata notificata nella serata di ieri l'informazione di garanzia in relazione al tragico episodio avvenuto mercoledì scorso a Gorizia che ha visto la scomparsa del piccolo Stefano - ha dichiarato l'assessore Gibelli all'Ansa -. Ritenendolo un atto dovuto emesso al fine di esercitare il diritto alla difesa sono sin d'ora a disposizione dell'autorità giudiziaria per ogni necessità»
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