“Trecorala”: a caccia di vita sui fondali del golfo di Trieste

È in atto un progetto Interreg italo-sloveno per conoscere meglio le Trezze, piccole riserve sommerse

Le “Trezze” sono affioramenti rocciosi sommersi sparpagliati per i fondali dell’Alto Adriatico. Rappresentano una specie di reef ricco di vita e di colori, vere e proprie oasi sommerse, anzi riserve naturali e nicchie di biodiversità nel deserto di sabbia dei fondali dell’Adriatico del Nord. Per conoscere meglio questo mondo affascinate è in corso (partito lo scorso ottobre) il progetto Interreg italo-sloveno “Trecorala”, progetto finanziato nell’ambito del Programma per la Cooperazione Transfrontaliera Italia-Slovenia 2007-2013, dal Fondo europeo di sviluppo regionale e dai fondi nazionali. «Trecorala - spiega Saul Ciriaco della Riserva marina di Miramare - vuole favorire la gestione sostenibile delle Trezze attraverso il miglioramento della conoscenza di questi affioramenti rocciosi che bordano la fascia costiera dell’alto Adriatico, oltre ad ampliare le conoscenze biologiche sulle trezze e sui fondali a coralligeno del Golfo di Trieste e individuare linee guida per la gestione, tutela e valorizzazione di questo patrimonio naturale rafforzando l’attrattività e la competitività dell’area e contribuendo alla salvaguardia della biodiversità». Attraverso informazioni sullo “sfruttamento alieutico”,cioè della pesca, verranno effettuate proposte gestionali riguardanti alcune risorse di particolare interesse commerciale. I risultati saranno poi diffusi tramite appositi seminari informativi, rivolti alle diverse figure coinvolte nella gestione della pesca e nell'usufrutto turistico delle Trezze. Come “prodotto finale” il progetto si propone di fornire gli strumenti necessari per la gestione transfrontaliera congiunta delle aree marine sviluppando anche il comparto turistico.

Nel dettaglio gli obiettivi del progetto sono: valutazione dello stato di salute (Good Ecological Status - Ges) delle trezze; valutazione delle attività di pesca, con il coinvolgimento degli operatori del settore; proposte per la gestione sostenibile di alcune risorse alieutiche; proposte di sviluppo turistico, con la partecipazione attiva delle amministrazioni locali e delle associazioni di cittadini. La parte scientifica del progetto è coordinata dall’Ogs e vede la partecipazione dell’Arpa Fvg, dell’Università degli Studi di Trieste Dipartimento di Scienze della Vita, del Nib (Stazione Biologica di Pirano), della cooperativa Shoreline (che gestisce la riserva di Miramare), dell’Acquario di Pirano e dell’Università di Nova Gorica. Le iniziative sul territorio sono garantite dalla partecipazione dei Comuni di Grado, Lignano Sabbiadoro e Marano e dalla partecipazione dell’Associazione Trezze di Lignano.

Le Trezze hanno molti nemici: ancoraggi indiscriminati, attrezzi da pesca non idonei e anche il passaggio di subacquei indisciplinati possono fare gravi danni sia alle specie che le abitano sia al substrato stesso delle Trezze. Ora nell’ambito del progetto di studio e di tutela, spiega Emiliano Gordini dell’Ogs, «vengono acquisiti nuovi dati geofisici Side Scan Sonar, Multibeam e Sismici ad alta risoluzione e effettuati campionamenti diretti eseguiti da subacqueo in immersione (campioni di sedimento, di substrato roccioso e di gas)». «In particolare - continua Gordini -, per l’individuazione delle aree di maggiore concentrazione di affioramenti rocciosi, vengono utilizzate le segnalazioni dei pescatori e dei subacquei che operano nell’area alto adriatica (Grado, Marano Lagunare e Lignano) oltre alle indicazioni inerenti gli studi precedentemente eseguiti».

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