Tre rate e il saldo che la tesoriera non fece Ora parte la caccia ai 290 mila euro spariti
Tre rate da 75 mila euro e il resto a saldo, entro il mese di dicembre. Scorso. Questo il “piano di rientro” che avrebbe dovuto consentire in nove mesi il recupero dei 290 mila euro, la cifra risultata – da un primo calcolo sommario – sottratta alle casse sociali della Canottieri Timavo, presumibilmente in un arco temporale che va da febbraio 2013 a marzo 2018. È l’impegno, stando alla versione fornita dall’ex presidente del sodalizio Lorenzo Lorenzon, che la persona dallo stesso indicata all’autorità giudiziaria quale presunta responsabile del fatto (senza per questo escludere la possibilità di altri responsabili) si sarebbe assunta.
Davanti ai finanzieri di via Boito, dove il 4 febbraio si è presentato con il legale della Canottieri, avvocato Lorenzo Presot, per denunciare i fatti, ma anche ai soci durante l’assemblea straordinaria di domenica al Kinemax, Lorenzon ha fatto il nome della «tesoriera Cinzia Cantarutti», la quale a suo tempo messa alle corde avrebbe – sempre secondo il suo resoconto – ammesso le proprie responsabilità, firmando a penna il 13 marzo 2018 un documento stampato a computer con l’impegno a restituire, appunto a rate, la somma. Ma il “piano di rientro” non sarebbe stato in seguito portato a termine e solo un’irrisoria somma (un primo versamento di 2 mila euro, effettuato la scorsa primavera) sarebbe risultata corrisposta. La donna, sempre stando al racconto di Lorenzon, ribadito domenica alla platea del cinema, avrebbe ventilato «un gesto estremo» se questi l’avesse denunciata e per tale ragione, oltre ai timori per possibili riverberi negativi sulla società, l’ex presidente aveva taciuto il tutto al direttivo fino allo scorso 30 gennaio.
In questa vicenda il condizionale resta d’obbligo perché fin qui si è potuto apprendere sempre e soltanto una versione, essendo la tesoriera deceduta alcuni giorni prima della segnalazione alla Gdf (il 25 gennaio), e in ogni caso spetta alla Procura ricostruire quanto realmente accaduto e determinare eventuali responsabilità.
Mentre capire che fine abbiano fatto i soldi e se sia possibile ancora recuperarli è uno degli obiettivi posti ora dal collegio dei probiviri, i quali hanno recentissimamente nominato un legale per sorreggerli nell’attività, l’avvocato commerciale Stefano Petronio. Per singolare coincidenza, tra l’altro, il nonno del professionista, Italo Petronio, classe 1908, è stato campione italiano di canottaggio proprio con la Canottieri Timavo, a testimonianza di quale formidabile fucina di talenti, fin da tempo immemore, sia stata questa società, al giro di boa del secolo di vita. «Sono tre – spiega Petronio – gli scopi prefissati dai probiviri: traghettare la società verso il prossimo consiglio direttivo, gestire l’ordinaria attività soprattutto per dare continuità alle discipline degli atleti e capire nell’immediato se ci sia qualcosa da fare rispetto all’ammanco». Cioè? «Bisogna – replica – prendere in mano tutti i dati contabili e incrociare i dati bancari. Capire se la somma sia quella o superiore, posto che inferiore appare improbabile». Probiviri e legale «si mettono a disposizione della Gdf e della Procura», cui spettano gli eventuali aspetti penalistici della storia. Al collegio e a Petronio, invece, interessano quelli legati «al recupero delle somme, se sia ancora possibile». «A noi – conclude il legale – interessa anche chi avrebbe potuto vigilare, il che non significa aver commesso un reato, sia chiaro». –
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