«Tre profughi su quattro arrivano a Gorizia da Paesi Ue»

Applausi da parte del sindaco Ettore Romoli. Critiche (nemmeno troppo celate) dal presidente della Provincia Enrico Gherghetta.
C’era ad aspettarselo. Sì, era perfettamente prevedibile che le parole del prefetto Vittorio Zappalorto sull’emergenza-richiedenti asilo suscitassero una scia di reazioni. Ricordiamo brevemente quelle frasi dirompenti: «Questi non sono profughi, sono semplicemente furbi. E la commissione territoriale per richiedenti protezione internazionale dovrebbe capire una volta per tutte il gioco che stanno facendo.
Eviterebbe anche di far spendere un sacco di soldi allo Stato italiano». E poi: «Almeno il cinquanta per cento di questa gente non ha diritto ad essere definita profugo - testuali parole del prefetto - . Si tratta di stranieri che provengono da altri Paesi Ue che non hanno diritto a nessun tipo di assistenza. Sono dotati di carte di credito che la maggior parte della gente si sogna, si spostano in aereo, atterrano a Venezia e poi vengono a Gorizia a mettersi in fila per il rilascio dell’asilo politico». Parole dure, senza mediazioni, talmente chiare da sembrare quasi brutali che hanno “scatenato” reazioni a go-go: reazioni politiche e reazioni via web, sui social network con quelli che si sono schierati a favore e molti altri che criticano senza se e senza ma le uscite del prefetto di Gorizia.
I complimenti del sindaco
«Le affermazioni di Zappalorto? Il prefetto - evidenzia il sindaco Ettore Romoli - ha semplicemente detto quello che sanno tutti. Anzi, vi dirò di più: la questura, nell’ultima riunione del comitato provinciale per l’ordine pubblico, ha ufficialmente dichiarato che tre richiedenti-asilo su quattro sono persone che avevano inoltrato richiesta di rifugiato in altre parti d’Europa. Una volta respinti, hanno scelto la destinazione di Gorizia». Perché? «Perché, secondo il tam-tam che si è instaurato fra i profughi o presunti tali, qui c’è una commissione per il riconoscimento dello status di rifugiato particolarmente buona e di manica larga. Inoltre, trovano comunque una sistemazione e, in questo processo, la tendopoli voluta dalla Provincia e dal presidente Gherghetta è stata un’ottima calamita. Ecco perché ho sempre sostenuto che l’ente intermedio mai e poi mai avrebbe dovuto prendere quell’iniziativa».
Che fare? Romoli non ha dubbi. Bisogna fare pressioni forti a livello governativo e far sentire forte la voce di Gorizia. «Personalmente insisterò con il ministero dell’Interno Angelino Alfano perché non è sopportabile che Gorizia si trasformi nella “Lampedusa del Nord” nell’indifferenza regionale. Quello che è triste in questa situazione - affonda il colpo Romoli - è che cominciano ad essere abbastanza evidenti dei piccoli e miserabili interessi di parte. Ringrazio il prefetto di aver illustrato la situazione per quella che realmente è. Gorizia non vuole diventare la “città dei profughi” e io mi batterò con tutte le forze perché ciò non avvenga».
Le critiche di Gherghetta
Gherghetta non è esattamente dello stesso parere di Romoli. Ma non è nemmeno una grande notizia considerato che quasi mai i due si sono ritrovati sulla stessa lunghezza d’onda. Sulle affermazioni del prefetto, il presidente della Provincia spende poche (ma corrosive) parole. «Zappalorto? Mi piacerebbe mantenesse una posizione per 24 ore consecutive». Una frase che, tradotta in termini meno criptici, suona pressapoco così: «Il prefetto è troppo ondivago». «L’unica scusante che il prefetto ha è che il sistema dell’accoglienza italiano è fallito - aggiunge Gherghetta -. E la Prefettura è il punto di caduta di una situazione che non è sostenibile». Ma il presidente della Provincia chiederà la rimozione del prefetto dopo le sue affermazioni? «Non chiedo la sua testa, anzi non ho mai chiesto la testa di nessuno. Non fa parte del mio stile», la chiusura del presidente della Provincia.
Nuovi arrivi?
Intanto (ma non è stato possibile ottenere conferme ufficiali alla notizia da parte della Prefettura) ieri mattina un’altra ventina di migranti afghani e pakistani è arrivata a Gorizia. Tutte queste persone, peraltro con abbigliamenti non propriamente da “poveracci”, hanno stazionato alla Casa rossa per i controlli di rito. Non è chiaro se si tratti di nuovi profughi o se è una quota di quei cinquanta di cui si sono perse le tracce martedì scorso ma fonti accreditate dicono che si tratta di un nuovo flusso. Dove verranno ospitati? Quale soluzione verrà presa? Quale struttura sarà individuata? Non è dato saperlo. Intanto, tutte le sistemazioni attuali sono sature.
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