Tre piazze di Trieste patrimonio Unesco
Il cuore urbano di Trieste come patrimonio mondiale dell’umanità. Tre piazze che rappresentano un unicum dal punto di vista architettonico, attraverso cui è passata la storia di una città e di una comunità, lasciandone preziose testimonianze. Uno spazio unitario, legato al mare da un’osmosi miracolosa, che integra l’opera della natura a quella dell’uomo.
Sono queste le caratteristiche che fanno di piazza Unità, piazza della Borsa e piazza Verdi un “paesaggio culturale”, secondo la definizione racchiusa nella convenzione promossa dalla conferenza generale dell’Unesco e firmata a Parigi il 23 novembre 1972. Perchè allora non impegnarsi perchè diventino un “paesaggio culturale” del mondo intero, entrando a far parte della lista dei siti che l’organismo internazionale tutela come patrimonio dell’umanità? Dopo Aquileia, Cividale e le Dolomiti friulane, quella che per unanime riconoscimento è una delle più belle piazze d’Europa, e oggi, dopo la ripavimentazione della zona Borsa, di fatto un contesto unico e unitario, potrebbe completare la mappa regionale Unesco.
L’iniziativa è dei sette consiglieri del gruppo comunale del Pdl, che hanno redatto una proposta di delibera per candidare Trieste all’ammissione in questa prestigiosa “rosa”.
Dice Rovis, primo firmatario e ideatore dell’iniziativa: «L’Unesco oggi parla di “complessi” architettonici che abbiano un valore universale eccezionale e le tre piazze di Trieste rientrano sicuramente in questa tipologia. Sono strettamente legate al mare, la vocazione della città. Hanno visto passare la storia, dall’esercito austro-ungarico al ritorno all’Italia, sono un simbolo del ’900. La nostra proposta è un atto d’amore per Trieste».
La procedura prevede, come primo passaggio, l’ingresso nella “lista propositiva” redatta dalla Commissione nazionale italiana per l’Unesco a seguito della domanda avanzata da istituzioni, enti, amministrazioni pubbliche, associazioni.
Non si tratta solo di una questione di prestigio. Far parte dei “paesaggi culturali” dell’umanità significa poter chiedere finanziamenti previsti da un’apposita legge. E avere in mano una carta importante in chiave di attrattiva turistica.
Nessuna spesa per l’amministrazione, perchè la documentazione può essere preparata dagli uffici comunali. Sindaco e giunta danno il via all’iter e riferiscono periodicamente al consiglio sull’andamento del percorso. Ora la delibera passerà al vaglio della commissione Cultura, quindi al voto dell’aula, che il gruppo pidiellino si aspetta di approvazione unanime. «È un percorso di qualche anno - spiega Piero Camber - in una consigliatura si potrebbe esaurire. In Regione stiamo già pensando a una normativa per collegare in un unico percorso i siti Unesco del Friuli Venezia Giulia, che, includendo Trieste, potrebbe poi estendersi al Basso Friuli quindi alla montagna carnica».
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