Tre percorsi tematici e un nuovo consorzio: ecco il nuovo piano per i musei civici di Trieste
La crescita dei visitatori e il nascente polo in Porto Vecchio spingono il Comune a scelte radicali. Rossi: «Serve un cambio di passo con una gestione manageriale»

Un nuovo assetto della gestione dei musei civici di Trieste, con la creazione di tre poli di interesse e l’affidamento della gestione di quello che si andrà a creare in Porto Vecchio a un nuovo soggetto. A questo sta lavorando il Comune in previsione dell’entrata in scena a pieno titolo del Museo del mare in Porto Vecchio, «perché – così l’assessore alla Cultura Giorgio Rossi – serve un giro di boa e, visti i numeri dei turisti e quindi dei visitatori, di un passaggio da una gestione artigianale a una industriale».
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Attualmente il comparto museale è diviso in due filoni, quello dei musei di storia e arte e quello dei musei scientifici. A guidarli c’è una struttura comunale con una dirigente e tre posizioni organizzative. «È ovvio che quando verrà completato l’intervento al Museo del Mare – spiega Rossi – il Comune non avrà la forza di gestire anche quel nuovo contenitore culturale. Da qui la necessità di ridisegnare l’assetto».
La volontà di Rossi è quella di creare a questo punto tre poli, tre macroaree, «che potrebbero indicativamente raccogliere lo stesso numero di visitatori». Il primo polo raggrupperebbe «i musei civici classici – illustra – come il Castello di San Giusto, il Revoltella, il Sartorio, lo Schmidl o ad esempio il Winckelmann». Il secondo polo invece, «sarà quello storico, con le realtà testimoni della storia del Novecento, la Risiera di San Sabba, la Foiba di Basovizza e il museo de Henriquez. A queste si aggiungerebbe il museo del Risorgimento».
I siti museali che afferiscono a questi due primi poli continueranno a essere gestiti direttamente dal Comune.
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La proposta scientifica confluirebbe invece nel terzo polo, «con le proposte del Magazzino 26 che stiamo già avanzando – spiega Rossi – e quella che diventerà una struttura di importanza strategica per la nostra offerta museale, che il ministero della Cultura ha definito “grande attrattore culturale transfrontaliero”, ovvero il Museo del Mare progettato da Guillermo Vázquez Consuegra». Alla stessa macroarea confluirà il museo di Storia naturale che verrà trasferito a sua volta in Porto Vecchio e poi, come appendice, l’Acquario marino.
Per il polo del Porto Vecchio, che Rossi indica come «il futuro centro di gravità culturale», è previsto anche un cambiamento, per la gestione. «Non è pensabile mettere sulle spalle della struttura comunale una realtà di quella portata – constata – quindi andrà creata una struttura ad hoc, una fondazione o un consorzio pubblico-privato per la gestione di quell’edificio». Un nuovo soggetto al quale, anche per una sorta di rodaggio del sistema, affidare «prima il Salone degli Incanti – anticipa l’assessore – e poi, se funziona, esportare l’esperienza alla struttura del Porto Vecchio». Una realtà che «dovrà portare una gestione manageriale, cercare finanziamenti, sponsor. Sia chiaro a tutti – precisa – oggi i musei civici non si mantengono con il solo sbigliettamento, quindi per mantenere quella struttura così importante servirà una gestione imprenditoriale».
Nel 2024 il sistema museale comunale ha raccolto 818 mila ingressi, di questi 75 mila solo al Magazzino 26. In futuro, le tre macroaree avrebbero lo stesso peso in termini di visitatori, ovvero circa 350 mila ciascuno.
Per raggiungere questo obbiettivo però nel polo storico serve far fare un salto di qualità al de Henriquez. Visto che la Risiera in un anno raccoglie circa 120 mila visitatori, la Foiba di Basovizza 100 mila, mentre il museo di via Cumano 6 mila. Per questo il Comune sta investendo sul suo rilancio anche attraverso l’operazione Batiscafo Trieste, che punta a promuovere quel museo. «Abbiamo affidato inoltre a un gruppo di docenti universitari – anticipa Rossi – il compito di formulare un indirizzo per rivedere la proposta di quel museo, che dovrà presentare una sezione dedicata alla figura Diego de Henriquez e un’altra alla parte storica. Tra pochi mesi avremo l’elaborato».
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