Tre offerte per acquistare il Palazzo Carciotti di Trieste
Scaduto il termine dell’asta da 8,8 milioni. Lunedì apertura delle buste. Quasi certa la presenza di Generali, rebus sugli altri nomi
Alle 13 di ieri è scaduto il termine per partecipare alla gara di acquisto di Palazzo Carciotti. A quell’ora le offerte presentate sul portale telematico “eAppalti” della Regione erano in tutto tre. La base d’asta, stabilita a rialzo, era fissata a 8 milioni e 824.012,43 euro.
Lunedì l’apertura delle buste
Lunedì mattina alle 11 inizierà la procedura di apertura delle buste, in seduta pubblica. I nomi degli offerenti rimarranno segreti fino a quel momento. È certo, a meno di clamorose smentite, che una delle tre offerte porterà il nome di Generali: la compagnia non ha mai nascosto l’interesse di tornare in possesso della prima sede del Leone.
Colpo di scena: altri due offerenti
La vera sorpresa è legata all’identità degli altri due offerenti, la cui presenza è un colpo di scena dopo i tanti e vani tentativi del Comune di vendere lo storico edificio sulle Rive, iniziati nel settembre 2018 e passati attraverso quattro precedenti procedure d’asta andate a vuoto. In città c’è chi parla di società di real estate di livello internazionale, cordate di imprenditori stranieri. Nulla più di indiscrezioni.
L’avviso di vendita era stato pubblicato il 4 ottobre scorso, con determina firmata dalla dirigente del Servizio immobiliare del Comune Lucia Tomasi (la pratica è seguita dall’assessore al Patrimonio immobiliare Elisa Lodi). Per partecipare alla gara era necessario presentare sia la documentazione amministrativa che l’offerta tramite la piattaforma delle Stazioni appaltanti della Regione. Era richiesto un deposito cauzionale di 882.401 euro, pari al 10% della base d’asta.
Il prezzo di partenza
Il prezzo di partenza riprende l’ultima stima del valore del Carciotti, sensibilmente inferiore rispetto alla prima quotazione del 2018. All’epoca l’edificio, progettato nel 1798 da Matteo Pertsch e Giovanni Righetti, fu bandito per 22,7 milioni. L’asta andò tuttavia deserta, come le tre successive, facendo gradualmente scendere il prezzo a 14,9 milioni. Vani furono anche i tentativi del Comune di esplorare soluzioni alternative.
In gennaio il valore dell’immobile è stato stimato a 10,3 milioni di euro: somma attestata anche dall’Agenzia delle entrate e che poteva essere aumentata o ridotta fino al 15%. Ritenendo quest’ultima soluzione più allettante per attrarre possibili acquirenti, si è convenuto quindi un ulteriore abbassamento del prezzo, definito a 8,8 milioni. Poco più di un terzo del valore iniziale.
L’asta al rialzo
L’asta si svolgerà a rialzo, quindi con proposte non inferiori rispetto alla cifra di partenza. Lunedì alle 11 avrà inizio l’apertura pubblica delle tre buste e, fatte salve eventuali richieste di chiarimenti istruttori o integrazioni, una commissione designata individuerà il miglior offerente.
A quel punto si procederà con i controlli d’ufficio sui documenti forniti, e l’aggiudicazione diventerà definitiva con provvedimento dirigenziale. Il Comune curerà la stipula del contratto e il passaggio di proprietà avverrà solo a pagamento avvenuto: il tutto richiederà una sessantina di giorni. Palazzo Carciotti avrà a quel punto un nuovo proprietario.
Nomi segreti fino a lunedì
I tre nomi in ballo rimarranno segreti fino a lunedì. In sei anni non sono mancate proposte e sopralluoghi di realtà interessate. Nel 2019 a farsi avanti fu l’imprenditore stiriano Gerhard Fleissner, che tuttavia si presentò all’asta con una cauzione pari a un decimo del minimo richiesto, invalidando di fatto l’offerta. Altri nomi trapelati furono quelli di Joc Pečečnik, imprenditore sloveno del gioco d’azzardo, e della Invimit, società immobiliare del ministero dell’Economia e delle finanze. Nessuna trattativa andò mai in porto.
Unica certezza quella di Generali
Impossibile prevedere a questo punto il contenuto delle buste. L’unico nome praticamente certo è quello di Generali, che tornerebbe così all’interno della sua prima sede. In gennaio c’era stata anche una manifestazione di interesse ufficiale, messa nero su bianco in una lettera in cui l’amministratore delegato di Generali Real Estate Aldo Mazzocco proponeva al sindaco Roberto Dipiazza la cifra di 6,5 milioni di euro.
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