Tre mosse per restituire i crediti ai soci Coop

A breve la convocazione dell’assemblea per decidere sulla causa ai vertici. Nuovi rimborsi con la vendita dell’ex Ingros. Trattative per via Caboto e Fiume
La fila dei soci in attesa dell'assemblea Coop
La fila dei soci in attesa dell'assemblea Coop

TRIESTE Il commissario delle Coop operaie Maurizio Consoli chiama quelli che restano pur sempre i 110mila e più soci del colosso cooperativo triestino che fu finché la società non sarà chiusa per sempre (e secondo il concordato succederà «indicativamente a metà 2017»). Li chiama per chiedere loro di decidere se fare causa agli ex amministratori commissariati in quel tristemente famoso autunno del 2014, quando il cda di Livio Marchetti fu esautorato per via giudiziaria.

Per l’avvocato Consoli sarà pure l’occasione per aggiornare i 15mila prestatori sociali ancora in credito di un 20% sul totale dei loro libretti (stando alle prospettive di recupero descritte sempre dal concordato) su come si potrebbero modulare, nel tempo, le residue rate di rimborso: una prima quota vicina al 5% potrebbe arrivare prossimamente dalla cessione dell’ex Ingros di via dei Macelli per il quale il Consiglio comunale ha appena deliberato la partecipazione all’asta mettendo sul piatto tre milioni nell’ottica di farci lì il futuro Mercato ortofrutticolo e ittico. Ma sono in corso «trattative promettenti» anche per gli altri due maxicespiti immobiliari rimasti sul groppone del liquidatore: l’ex quartier generale di via Caboto e l’ipermercato di Fiume. Dalla riuscita della vendita di questi tre moloch (una partita che sulla carta può valere una cifra vicina ai 20 milioni mettendoci accanto anche unità immobiliari più piccole ancora da piazzare) dipende la capacità di realizzo dei creditori. Oltre che da eventuali risarcimenti in capo agli ex manager imposti un domani da un giudice civile.

A gennaio la terza rata dei rimborsi Coop

La prossima chiamata dei soci per decidere se far causa a Marchetti & Co., gli sviluppi riguardanti l’ex Ingros ma anche le «trattative promettenti» per via Caboto e Fiume sono dunque i tre aggiornamenti della storia infinita delle Coop operaie a un paio di mesi dal pagamento della terza rata del 9,5% che ha fatto salire al 61,5% la percentuale di recupero riconosciuta finora ai prestatori sociali a fronte dell’81% indicato nel concordato.

Il fronte più caldo riguarda proprio la possibile «azione di responsabilità civile» nei confronti di chi ha governato le Coop operaie nell’inglorioso crepuscolo. Dal presidente pluriconfermato Marchetti al cosiddetto “uomo ombra” identificato a quel tempo dalla Procura nell’ex vicesindaco della Prima Repubblica Augusto Seghene, allora numero uno di Reparto 7, la partecipata che riforniva le Operaie di ortofrutta in regime di esclusiva, passando forse (benché si tratti di un dipendente nominato e non di un manager eletto) per l’ex direttore generale Pier Paolo Della Valle, licenziato qualche mese dopo il commissariamento da Consoli, insieme al fedelissimo direttore commerciale Angelo La Rocca. Sui termini precisi di chi potrebbe rientrare alla fine nella lista dei denunciati, e per cosa, persiste al momento il riserbo. Il team legale di Consoli sta ancora spulciando le carte, ma presto tirerà una riga, e poi sottoporrà l’intero dossier ai soci. La causa, in effetti, non è affare esclusivo dell’avvocato, ma spetta proprio alla platea dei soci. Che sarà contattata «in tempi brevi» per dirla alla Consoli: «Ma prima vogliamo fare un ulteriore approfondimento a proposito degli eventuali responsabili, quando riterremo di avere un quadro esaustivo ci muoveremo». Questione di un paio di mesi, si può ipotizzare. Ma ormai, in pratica, ci siamo.

Bolzonello “media” tra soci Coop e liquidatore
Lasorte Trieste 17/03/16 - Piazza Oberdan, Regione, Presidio Soci Risparmiatori Coop Operaie, Coopca

A scanso di equivoci, non sarà un’adunata da un migliaio di persone sullo stile di quella dell’anno scorso al PalaRubini, quando tutti i creditori furono chiamati a esprimersi sul piano di concordato. Stavolta è lo statuto societario che comanda, e dice che dovranno prima essere convocate le assemblee territoriali che indicheranno i delegati per l’assemblea generale in cui si voterà se denunciare tutti, nessuno o qualcuno tra le figure indicate nel dossier. Da lì potrebbe uscire qualcosa da mettere tra i rimborsi. Potrebbe.

Il condizionale lo si può togliere invece per quanto riguarda le ultime vendite immobiliari, che contribuiranno - a meno di clamorosi flop - a far salire la quota complessiva dei rimborsi. Il dubbio sono solo i tempi di chiusura delle trattative e se si allungano non è per forza detto sia un cattivo segno: quella di aspettare l’affare giusto senza fregola potrebbe essere una strategia. L’ex Ingros vale tre milioni. Come minimo. Perché a tanto corrisponde la base d’asta, non ancora bandita, dalla quale si partirà. Tre milioni è peraltro l’offerta allegata alla manifestazione d’interesse fatta dal Comune a Cotif, la partecipata immobiliare delle Coop operaie, «dopo averne verificato l’idoneità allo scopo» del futuro Mercato comunale. Ma, frena Consoli, «abbiamo anche un’altra trattativa per questo sito». Il Comune è avvertito.

E gli altri due cespiti di maggior valore? «Stiamo lavorando in silenzio ma spero profucuamente, abbiamo in piedi più trattative sia per via Caboto che per Fiume», si limita a dire il liquidatore. Con un solo indizio in più: in pole per l’ipermercato in terra croata, affare da una decina di milioni, non ci sarebbe più la catena di supermercati Konzum, che lì sta attualmente in affitto, bensì un altro marchio.

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