Tre milioni spariti, Sain va a giudizio
La clamorosa truffa stimata attorno ai 3 milioni di euro scoppiò nell’aprile 2011. Decine di risparmiatori monfalconesi, triestini, ma anche residenti da fuori regione, videro volatilizzare letteralmente i propri denari affidati al monfalconese Rodolfo Sain, detto Rudy, 50enne all’epoca promotore finanziario della Banca Fideuram dell’agenzia di via San Nicolò, a Trieste. Ora, a quasi 3 anni di distanza, si apre il processo penale a carico dell’uomo, al Tribunale di Verona. Giovedì, infatti, è fissata la prima udienza. Le parti offese, si legge nell’avviso inviato ai risparmiatori dal Tribunale di Verona, sono complessivamente 42, inclusa la banca Fideuram, di cui 21 risiedono a Trieste, 16 nel Monfalconese, tre a Roma e una a Verona.
S’avvia, dunque, la fase giudiziale e con essa, come ha spiegato Federconsumatori che ha promosso un’azione collettiva, «la possibilità, costituendosi parte civile oppure iniziando una causa civile, di poter ottenere i risarcimenti».
Il crac che investì Sain fu di notevoli proporzioni. I risparmi di una vita, che il promotore finanziario riusciva a farsi consegnare prospettando ai clienti investimenti da redditività record, venivano invece deviati in tutt’altre direzioni. Assegni intestati ad altre persone, magari clienti che decidevano di riscuotere i frutti dei loro investimenti, giroconti o prelievi di contante allo sportello. Soldi che finivano anche nel conto personale di Sain, come nel caso di una veronese, che tra il 2007 e il 2010 versò all’uomo assegni per 748mila euro. Nella rete caddero molti anziani. Una novantenne si vide sparire un miliardo e 40 milioni di vecchie lire, circa 560mila euro. Fu il nipote della donna a smascherare la truffa, affidandosi ad un legale. Nel novero dei clienti malcapitati ci fu anche il presidente degli industriali triestini, Razeto, che tra il 2010 e il 2011 affidò a Sain assegni bancari per 190mila euro.
Sono solo alcune storie di risparmiatori danneggiati. Nelle mani di Sain passavano cifre di ogni tipo. C’è chi aveva investito dai 30 ai 40mila euro, chi invece arrivò a consegnargli addirittura 350mila euro. Risparmi che, secondo i prospetti esibiti dall’operatore monfalconese, sarebbero dovuti raddoppiare. Il monfalconese era noto in città, in particolare per i suoi trascorsi sportivi. In gioventù aveva militato a lungo come giocatore nella squadra di pallavolo della Fincantieri, divenendo poi, negli anni ’90, vicepresidente dell’Adriavolley. E dallo sport passò ai prodotti finanziari con il rapporto professionale instaurato tra il ’95 ed il ’96 con Banca Fideuram.
Un “gioco” portato avanti nel tempo sfruttando il nome di Fideuram, che, come una sorta di sistema di “scatole cinesi”, alla fine gli scoppiò addosso. Lo stesso Sain spiegò poi come è perché tutto questo era accaduto, ricostruendo la truffa alla Tributaria di Trieste: «Ho preso i soldi dai clienti nuovi per pagare i vecchi che smobilizzavano gli investimenti. Per anni nessuno si è accordo di nulla». L’uomo, affidatosi nel frattempo ai legali, definì l’intera vicenda come frutto di «ingenuità»: «Ho tentato di salvare i conti dei clienti che, in realtà, avevano perso gran parte dei soldi che mi avevano affidato a causa dell’andamento di mercato. Ho nascosto i crolli della borsa. E ho usato il denaro di nuovi sottoscrittori per coprire i buchi. Per un po’ di anni sono riuscito a reggere, speravo nella borsa. Ma quando un cliente mi chiese di rientrare di una notevole somma di denaro, lasciai la presa». Ora al processo a suo carico, ne dovrà dar conto ai tanti risparmiatori rimasti con un pugno di mosche in mano.
Federconsumatori invita coloro che non si fossero ancora attivati per ottenere il risarcimento del danno subito, costituendosi parte civile nel processo penale oppure iniziando una causa civile, a rivolgersi presso le proprie sedi di Trieste e Monfalcone, al fine di aderire all'azione collettiva, volta ad ottenere il giusto ristoro dei danni subiti, che l’associazione sta promuovendo contro il promotore e contro la banca. «A carico dell’istituto di credito - spiega l’associazione - è riconosciuta dalla Giurisprudenza la responsabilità per i danni conseguenti agli illeciti commessi dal promotore finanziario, indipendentemente da comportamenti negligenti o colposi suoi propri, e ciò per aver l’investitore subito questi ultimi avendo fatto affidamento sull’esistenza del rapporto di preposizione». Federconsumatori invita a contattare i propri sportellisti, anche telefonicamente: 040.773190 e 0481.790434.
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