Tre colossi bussano in Municipio per il maxi appalto dell’illuminazione
TRIESTE Un interruttore che può valere dai 110 ai 160 milioni di euro. Dipenderà dalla durata (comunque pluriennale) e dalle caratteristiche del contratto: diciamo che si viaggia attorno ai 7-8 milioni annui, comprensivi della fornitura energetica.
Il Comune deve premere l’interruttore della pubblica illuminazione entro il prossimo autunno, perchè sta già facendo ricorso al regime di proroga: il vecchio accordo ventennale con Acegas (poi ampliatasi in AcegasApsAmga) è infatti scaduto nel 2019 e, in preparazione della gara, lo si è provveduto a procrastinare. Un gruppo di lavoro, afferente al direttore dei Lavori Pubblici Enrico Conte, segue il dossier, che si trova nella fase istruttoria; dal punto di vista politico gli assessori in prima linea sono Elisa Lodi e Lorenzo Giorgi.
Al momento sui tavoli del Municipio sono atterrate tre proposte formulate dal gestore uscente Hera Luce, da Enel Sole, da Citelum (gruppo Edf). Un confronto che si preannuncia molto interessante fra tre delle maggiori realtà operanti nel settore elettrico a livello nazionale. L’importanza economica della partita e l’impatto gestionale sulla città consigliano allo staff comunale un surplus di discrezione sulla tipologia delle offerte. Perchè non si tratta solo di illuminare le strade, ma di garantire efficienza energetica e contenimento dei costi. Senza contare l’inserimento di qualche simpatico servizio, come l’accensione delle luminarie natalizie.
La procedura in direzione della gara si dipana nella seguente maniera: la task force municipale, che sta studiando le proposte, metterà a punto una valutazione di interesse pubblico, che sarà sottoposta all’attenzione della giunta. In seguito sarà bandita la gara, alla quale potranno partecipare anche i “candidati” che non hanno ottenuto il “timbro” dell’interesse pubblico. L’iter è simile a quello che venne adottato dall’Azienda sanitaria per scegliere chi avrebbe gestito l’efficientamento energetico degli ospedali di Cattinara e del Maggiore.
Dal punto di vista tecnico-giuridico si profila una concessione di servizi che nasce da un project financing di iniziativa privata. E’il comma XV dell’articolo 183 del Codice degli appalti a spiegare il riferimento: «Gli operatori economici possono presentare alle amministrazioni aggiudicatrici proposte relativealla realizzazione in concessione di lavori pubblici o di lavori di pubblica utilità ... non presenti negli strumenti di programmazione... La proposta contiene un progetto di fattibilità, una bozza di convenzione, il piano economico-finanziario..., la specificazione delle caratteristiche del servizio e della gestione».
Una partita complessa che dovrà passare, così come accadde per il Tcc, dall’aula del Consiglio comunale.
Per quanto riguarda i tre attuali competitori, Hera Luce appartiene, come AcegasApsAmga, alla seconda multiutility nazionale. Enel Sole fa parte del gruppo Enel, è nata nel 1999, gestisce circa 4000 comuni con una quota di mercato del 21%, nel 2009 fu la prima azienda italiana a impiegare il Led nell’illuminazione pubblica. Citelum è una società del gruppo francese Edf ed è presente sul mercato italiano dal 1999, dove segue 200 contratti, dando luce a centri urbani come Napoli, Venezia, Siena, Piacenza, Cremona, Prato, Perugia, L’Aquila. —
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