Tre anni senza tram tra polemiche, promesse mancate e “stop and go”
C’era una volta il Tram di Opicina... E almeno per il momento nessuno è felice e contento. La fiaba del tram centenario, se vogliamo chiamarla così, si è interrotta bruscamente la mattina del 16 agosto di tre anni fa, durante una giornata di regolare servizio tranviario fra la città e il borgo carsico. Da allora le carrozze bianco-blu si son ritrovate al centro di una polemica fra il Comune e l’ente ministeriale competente, l’Ustif, oggetto di una serie infinita di lavori e perfino di un lungo processo volto a stabilire le responsabilità per il sinistro del 2016.
Il famigerato incidente, ricordiamo, è consistito in uno scontro frontale fra due vetture tranviarie in prossimità della curva di Conconello. Uno schianto tanto grave da portare al blocco della linea da parte dell’Ustif (Ufficio Speciale Trasporti a Impianti Fissi, organo periferico del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che da gennaio 2019 ha cambiato nome diventando Agenzia unica per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali).
Al momento la vicenda non può ancora vantare un lieto fine. L’incertezza sulla data di ripresa dei lavori permane, anche se il Comune ha avviato le pratiche per l’avvio dei lavori che dovrebbero sbloccare la situazione. Una serie di interventi strutturali che risponde alle richieste ministeriali per il riavvio.
Spiega l’assessore comunale ai Lavori pubblici Elisa Lodi: «Le gare per la fornitura dei binari e traversine sono state aggiudicate e i materiali, binari e traversine, sono quasi in fornitura». Prosegue ancora l’esponente della giunta Dipiazza: «Nel mese di luglio, come previsto, Mercitalia Shunting & Terminal srl ha consegnato il progetto per i lavori di manutenzione straordinaria della trenovia e attualmente sono in fase di validazione come richiesto dal codice degli appalti pubblici».
Vale la pena ricordare che il Comune di Trieste è proprietario della trenovia, mentre Trieste Trasporti S.p.A. è il soggetto che svolge il servizio per conto della Regione che ne è il gestore.
Si tratta dunque di passi importanti per avviare le opere necessarie per la ripresa del servizio. La macchina burocratica è in movimento già da tempo e abbastanza presto si potranno vedere i primi risultati concreti. Anche se, come dimostra il cronoprogramma stilato dal Comune nel gennaio scorso, il tempo minimo di realizzazione dei lavori è di 14 mesi. Se i tempi fossero rispettati, almeno in teoria, la linea potrebbe essere riaperta nel febbraio dell’anno prossimo, ma al momento non ci sono certezze in materia di tempi, e pare più probabile che bisogni attendere la prossima estate per tornare a vedere le celebri vetture in movimento. L’importo complessivo (comprese spese minori di progettazione) è di circa un milione 400 mila euro.
Dopo tante false illusioni riguardo ad una possibile ripartenza, infatti, ora nessuno si sbilancia più in merito e l’unica certezza che ci resta per veder nuovamente sferragliare il tram bianco & blu è soltanto l’attesa della conclusione dei lavori, i collaudi e la fase di pre – esercizio. L’auspicio di tutti gli addetti ai lavori è che non si frappongano altri imprevisti a costringere ancora una volta ad allungare i tempi di ripresa.
Le due vetture coinvolte nel sinistro, già da tempo ricostruite perfettamente e collaudate, ora attendono soltanto di poter ritornare in attività.
Le dinamiche dell’incidente non sono ancora state chiarite, il processo volto a stabilire le responsabilità è ancora in corso. Imputati per disastro colposo sono i conducenti delle vetture 405 e 404, protagoniste dello schianto. Nell’ultima udienza del processo di dibattimento (il collegio è presieduto dal giudice Piervalerio Reinotti, a latere i giudici Marco Casavecchia e Camillo Poillucci, mentre il pm è Matteo Tripani), è emersa dalle testimonianze la possibilità che all’origine del sinistro ci sia una incomprensione nelle comunicazioni radio fra i conducenti, visto che in quel momento le vetture in circolazione erano quattro, inclusa una di prova, ovvero un numero poco abituale per la linea.
Va detto che esiste anche un filone tribunalizio collaterale, ovvero la denuncia presentata da un dirigente dell’Ustif nei confronti del sindaco Roberto Dipiazza, accusato di aver usato parole di fuoco nei confronti della struttura. Resta il sospetto che le polemiche fra Comune ed ente abbiano contribuito al ritardo nella ripartenza.
Sia come sia, la storica trenovia, diventata un simbolo della città, è una delle mete più frequentate e fortemente reclamata a furor di popolo sia dai triestini che da turisti in arrivo a Trieste in numero sempre maggiore: a tal proposito basti gettare uno sguardo i commenti più recenti postati sul noto sito di Tripadvisor per vedere cosa ne pensa chi arriva in città e non trova ancora in servizio il tram.
Sono più duri i commenti sui forum specializzati di amanti delle ferrovie e dei trasporti, dove qualcuno ricorda come tutta la linea sia stata realizzata nel lontano 1902, quando nel capoluogo giuliano sventolava ancora la bandiera dell’Austria Felix, in poco meno di un anno, con pochi mezzi e una tecnologia più scarsa rispetto quella attuale. Ma anche la raccolta di firme online lanciata da Il Piccolo nell’autunno scorso a sosteno della trenovia testimonia l’affezione verso questo singolare mezzo di trasporto: in poco tempo furono raccolte ben 15.783 adesioni, anche da varie parti del mondo, alle quali si aggiunsero oltre 2.200 cartacee promosse dall’associazione CamminaTrieste presieduta da Luigi Bianchi. —
Riproduzione riservata © Il Piccolo