Trasporti, lavoro o ricerca: l'Ue ha finanziato 67 mila progetti in Fvg dal 2007 a oggi
TRIESTE Le scuole nelle quali studiamo e gli enti nei quali facciamo ricerca. Le strade e le ferrovie sulle quali viaggiamo. L’acqua che beviamo e l’aria che respiriamo. Su tutti questi aspetti interviene l’Europa, a volte percepita come madre e altre come matrigna.
Se si vuole comprendere come essa si manifesti concretamente nel Friuli Venezia Giulia, risulta allora utile consultare i dati relativi ai finanziamenti europei in regione, ricavabili dal sito OpenCoesione. Si scoprirà così che dal 2007 sono più di 67 mila i progetti in regione cofinanziati dai Fondi Strutturali europei per un totale di 1,4 miliardi di euro, di cui 945 milioni nel ciclo settennale fino al 2013 e che poi si sono praticamente dimezzati dal 2014 a oggi. Attualmente, il 44% dei progetti risulta concluso, un altro 2% concluso e liquidato, mentre il 52% è in corso e il restante 2% non è ancora stato avviato.
I Fondi Strutturali europei sono gli strumenti finanziari messi a disposizione dall’Unione europea per sostenere la politica di coesione, volta a garantire il rafforzamento della coesione economica, sociale e territoriale con l’obiettivo di ridurre le disparità di sviluppo fra le regioni e uguagliare le opportunità socioeconomiche dei cittadini. In Italia la politica di coesione è finanziata da risorse aggiuntive sia europee che nazionali, provenienti rispettivamente dal bilancio europeo e italiano. Le risorse delle politiche di coesione sono ripartite secondo un criterio territoriale che favorisce le aree più svantaggiate, che nel periodo 2014-2020 risultano essere Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, mentre il Friuli Venezia Giulia rientra nelle “Regioni più sviluppate”.
I maggiori soggetti attuatori dei progetti a livello locale sono la Regione (172.137.693 euro), il Comune di Trieste (50 milioni) e l’Acegas (48.521.868), seguiti da Ial, Enaip e Confidimprese. I progetti con i maggiori finanziamenti risultano essere il rinnovo del parco rotabile per il trasporto ferroviario regionale (55,6 milioni di cui 18 dal Fondo per lo sviluppo e coesione), l’adeguamento del depuratore di Servola (48,5 milioni totali e 30 dal Fondo), il nuovo svincolo di Palmanova sull’A4 (43 milioni totali e 23 dal Fondo) e la realizzazione del Museo del mare nel polo del Porto vecchio di Trieste, interamente coperta dai 33 milioni del Fondo. I settori nei quali in generale si interviene maggiormente sono quelli dell’occupazione (23%), ricerca e innovazione (17%), ambiente (11%), istruzione (10%), trasporti (9%) e energia (8%), mentre un minor impegno economico viene messo su rafforzamento della pubblica amministrazione (3%), inclusione sociale (3%), agenda digitale (3%) e, infine, su infanzia e anziani, dove non sono proprio presenti progetti. All’interno dei primi due settori, i progetti che godono dei maggiori finanziamenti sono la convenzione tra Inps e Regione per tutelare i lavoratori a maggiore rischio di espulsione dal mercato del lavoro, con circa 4 milioni provenienti dall’Ue su un totale di 11, e il fondo di garanzia per le piccole e medie imprese per sostenere la competitività dei sistemi produttivi locali, che ammonta a circa 22 milioni di cui 7 europei.
L’ultimo progetto concluso in ordine di tempo si chiama Saldocarpentiere, realizzato nella sede di Civiform a Trieste e che mira a sviluppare negli allievi le competenze necessarie ad aumentare il loro livello di occupabilità nel settore della meccanica. —
S.M.
BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Riproduzione riservata © Il Piccolo