Trasporti, cede anche la Cossutta Sparita un’altra azienda storica

La malattia dell’anziano figlio del fondatore ha sortito il licenziamento degli ultimi 12 dipendenti
File di Tir in attesa di entrare in porto
File di Tir in attesa di entrare in porto

Non c’è né una dichiarazione di fallimento, né di messa in liquidazione per cui la sua cessazione di attività è passata pressoché sotto silenzio, ma il disgraziato 2014 che fortunatamente è finito ha lasciato sul campo un’altra vittima nel settore delle spedizioni e dei trasporti, la Cossutta srl, un’altra storica società triestina del settore. «La nostra è una delle più antiche società di trasporto in Italia. Siamo nati nel 1936 quando i trasporti venivano ancora effettuati a cavallo», si legge sul sito web del’azienda. «Ma il nostro è stato anche un caso tutto particolare - mette subito le mani avanti Erich Cossutta, esponente della terza generazione di imprenditori al vertice della società - la ditta che aveva sede a Trieste in via Geppa aveva come amministratore unico mio papà Walter che a dicembre 2013 si è ammalato. I bilanci non erano disastrosi, ma non c’era più chi potesse seguirla dal momento che io preferisco guidare alcune aziende all’estero, bloccarne l’attività è stato un passaggio obbligato. Formalmente però esiste ancora». La dozzina di dipendenti superstiti sono stati messi nei mesi scorsi in mobilità e alcuni avrebbero preferito questa soluzione piuttosto che il trasferimento che era stato prospettato a Capodistria.

Tergestea, crac della casa di spedizioni
Il magazzino abbandonato dalla Tergestea in Porto nuovo fotografato dal satellite

Nel 2008 Erich Cossutta aveva annunciato di aver leggermente ridotto il parco macchine del gruppo (originariamente centoventi tra motrici e trailer) e di averlo trasferito a Capodistria. «In Slovenia - aveva spiegato - sono minori i costi e l’incidenza degli oneri previdenziali per gli autisti». In quella fase, la holding Cossutta Group aveva mantenuto la sede legale a Trieste, ma il parco macchine era stato intestato a una delle società del gruppo che era stata registrata in Slovenia. Ieri Erich Cossutta non ha inteso dare dettagli sulla sua attività imprenditoriale che continua tra Slovenia e Serbia, Croazia e Montenegro. Opera anche in joint in venture con la compagnia armatoriale cinese Cosco e con il Gruppo Fratelli Cosulich. «In Italia non riesco proprio più a lavorare», ha mormorato.

Un’altra casa di spedizioni in ginocchio
Uno scorcio dell'Autoporto di Fernetti

Di certo oggi la ditta triestina fondata nel 1936 dal nonno, quella che, secondo quanto si legge ancora sul sito web «è presente in tutto il mondo con sede centrale a Trieste, crocevia marino e terrestre tra Balcani, Mediterraneo ed Europa occidentale, supportata da un network presente in 200 località distribuite su 55 Paesi diversi», praticamente non esiste più. Il paragone con Tergestea, fondata nella stessa epoca, cioé il 1939, e fallita nel dicembre scorso, non è completamente calzante ma viene naturale. Ultimamente c’è stato anche il caso, ancora diverso, della Effe Erre ditta di spedizioni con sede al Terminal di Fernetti la cui attività è paralizzata dopo la fuga dell’amministratore unico Roberto Liprandi.
«Casi diversi uno dell’altro, ma almeno in parte c’è una matrice unica: l’ampliamento dell’Unione europea e il conseguente ridursi delle attività degli spedizionieri doganali - commenta Renato Kneipp (Filt-Cgil) - alcuni operatori hanno saputo differenziare la propria attività, altri meno. Dopo l’ingresso della Croazia alcuni hanno aperto rapporti con i Paesi dell’ex Unione sovietica, ma ora la crisi tra Russia e Ucraina e l’embargo con i russi sta mettendo in difficoltà anche i più intraprendenti».
©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo