«Trasformerò Monte Grisa in Fatima 2»

Il neorettore annuncia il piano di rilancio per il santuario. Accanto agli incontri religiosi in programma mostre e meeting
Di Ugo Salvini
Silvano Trieste 14/09/2009 Opere di messa in sicurezza Tempio Mariano
Silvano Trieste 14/09/2009 Opere di messa in sicurezza Tempio Mariano

TRIESTE. Un rilancio in grande stile. Con convegni, ritiri, meeting, mostre a carattere religioso, incontri di preghiera, grandi raduni. Il santuario mariano di Monte Grisa si appresta a vivere una seconda giovinezza. Alla vigilia delle celebrazioni per il cinquantenario della consacrazione, che avvenne il 22 maggio del 1966, il nuovo rettore del tempio, padre Luigi Moro, dell’istituto missionario dei “Servi del Cuore immacolato di Maria”, in carica dallo scorso settembre, vuole dare una svolta al ruolo di quello che i triestini, con modalità istintiva e vagamente prosaica, battezzarono a suo tempo come “el formagìn”. «Voglio fare di questa chiesa una Fatima 2-– annuncia - perché vogliamo diventare il contraltare italiano del santuario di Fatima in Portogallo».

Il primo passo è stato il distacco del santuario dal ruolo di parrocchia di Prosecco. Subito dopo si è proceduto con l’allestimento di un intenso programma: «Mercoledì prossimo, alle 20.30 - precisa il nuovo rettore - inizieremo con le manifestazioni liturgiche in concomitanza con Fatima, perché proprio in quella data, nel 1917, la Madonna apparve per la prima volta e proseguiremo, ogni 13 del mese, fino a ottobre. In tali occasioni – aggiunge – sarà allestita una grande processione con le candele attorno al santuario, che si concluderà con la benedizione della città dal terrazzo del belvedere e con la santa messa, celebrata con i canti di Fantima, proposti in italiano». Al termine delle funzioni, saluto alla Vergine col canto dell'addio e col classico fazzolettino di Fatima.

Ma le proposte di padre Luigi non si esauriscono qui: «Il primo sabato di ogni mese, iniziando da quest'estate - prosegue il Rettore - faremo una solenne adorazione eucaristica del Rosario meditato, con la Santa Messa e le confessioni in una nuova aula nella cripta dedicata alla riconciliazione».

L’iniziativa di padre Luigi Moro spazia anche in campo culturale: «Presenteremo mostre, come quella in corso, che si concluderà domenica - precisa - con l’esposizione della copia della Sindone preparata dall'Università cattolica di Milano».

Tutta questa “frenesia” operativa ha una precisa ragione d’essere e risponde ad un disegno quantomai preciso: «Siamo arrivati qui a Monte Grisa – riprende il rettore - perché chiamati dal vescovo di Trieste, monsignor Giampaolo Crepaldi. Prendere in consegna questa chiesa – osserva – per noi significa diventare la primo importante voce di Fatima in Italia».

Del resto la storia di Trieste è intimamente legata al culto della Madonna. L’ultima tappa della “Peregrinatio Mariae”, voluta da papa Pio XII, toccò Trieste il 17 settembre del ’59. «Questo tempio - sottolinea ancora padre Luigi - ricorda tale consacrazione». La chiesa sorse su progetto dell’ingegner Antonio Guacci, seguendo un’idea dell’architetto Nordio, avveniristica per l'epoca. «Si voleva intersecare il cielo con la terra - continua padre Luigi - perciò l’edificio fu fatto su due piani, la cripta inferiore, orientata da nord verso sud rappresenta l'umanità, il piano superiore, orientato da est verso ovest rappresenta la trascendenza».

Ma ci sono altri simbolismi: la cima mozzata simboleggia la M di Maria che, laddove compare nelle vetrate, disegna una A: quindi Ave Maria. Il prossimo 8 dicembre, inizio dell'anno Santo, monte Grisa sarà anche Basilica giubilare. E l’intenzione del nuovo rettore è arrivare preparato all’importante appuntamento. Un’occasione preziosa, come detto, per realizzare l’ambizioso progetto: trasformare il “formaggino” in un centro religioso di grande Fatima 2.

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