"Tram di Opicina patrimonio Unesco", scatta l’iter per la domanda

Trieste Trasporti pronta alla pratica di certificazione e tutela internazionale L’amministrazione comunale è d’accordo. «Così riusciremo ad avere più fondi»
Foto Bruni 11.07.14 Tram Opicina:inaugurazione nuova linea
Foto Bruni 11.07.14 Tram Opicina:inaugurazione nuova linea

Un tram che si chiama desiderio non può che puntare in alto, davvero in alto. Niente meno che l’Unesco. In attesa della ripartenza del collegamento Trieste-Opicina, il presidente di Trieste Trasporti Pier Giorgio Luccarini ha svelato la propria idea: ottenere il riconoscimento della più alta autorità internazionale, per tutelare le carrozze come patrimonio di interesse mondiale. Non è solo il sogno di una mattina di inizio estate: a breve dalle parole si passerà ai fatti, visto che ieri in conferenza stampa Luccarini ha incassato subito il via libera convinto dell’assessore comunale Maurizio Bucci.

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Il quale, ha garantito, avvierà le pratiche al più presto. «La mia – ha spiegato il presidente di Trieste Trasporti – non è fantasia. Credo che provare a certificare il tram come bene Unesco rappresenti una battaglia da portare avanti. Stiamo parlando di una particolarità unica in Italia, ci sono tutte le condizioni per farci avanti. Io ci credo, ma serve uno sforzo importante – ha suggerito Luccarini – bisogna che la classe politica triestina e regionale sappia cogliere questa opportunità. Chiaro, è necessario procedere poi a livello governativo, visto che l’iter va seguito a livello ministeriale».

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Oltre al prestigio, le vetture potrebbero beneficiare di un’attenzione capace di superare i confini nazionali. Insomma, promozione, pubblicità e tutto ciò che di buono può arrivare per il territorio in termini turistici. «Se si diventa patrimonio Unesco – ha osservato ancora il presidente della società – la gente viene attirata, il tram va a finire in tutte le brochure del mondo». Fregiarsi del titolo, inoltre, consentirebbe alla Trieste Trasporti e al Comune di ricevere finanziamenti adeguati per la manutenzione delle carrozze e dell’impianto. Che, notoriamente, costano ingenti quantità di quattrini. E senza un tornaconto economico capace di reggere le spese. «Ottenere il riconoscimento ci apre la possibilità di avere più fondi – ha rilevato il presidente – i soldi che arriverebbero ci servono da matti. La prospettiva è realizzabile, non ho dubbi».

L’appoggio del Comune c’è tutto. «Luccarini ha avuto una gran bella idea – ha confermato l’assessore Bucci – tra l’altro ricordo che per Trieste c’è già una proposta fatta per il castello di Miramare. Il tram di Opicina è una realtà affascinante, unica e rara a livello europeo. Quindi credo proprio che si potrebbe riuscire a trovare lo spazio necessario per un’attenzione adeguata a questo proposito. L’iter è comunque particolarmente complesso, ma da parte mia ben venga. Ma c’è un protocollo da rispettare – ha avvertito – che passa attraverso il vaglio di una commissione internazionale. Non è semplice – ha ripetuto – bisogna essere in grado di elencare e dimostrare tutte le peculiarità e l’esclusività del mezzo, oltre all’unicità del servizio».

Anche perché non appena le vetture riprenderanno a viaggiare, il Comune di Trieste intende investirci su rilanciandole in chiave turistica.

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Le proposte sono già note. Riservare le carrozze, in alcune fasce orarie del weekend, a vere e proprie escursioni con destinazione Grotta Gigante. «Immagino un figurante a bordo, rigorosamente in costume d’epoca, che racconta in inglese e in tedesco la storia, gli aneddoti e le curiosità del tram mentre si raggiunge il Carso», ha reso noto l’assessore Bucci. «Poi, quando si arriva a Opicina, potremo pianificare dei bus navetta che portano alla grotta. Lì i turisti potrebbero assistere a eventi di intrattenimento e gustare i nostri prodotti locali. Le tariffe ovviamente dipenderanno dal tipo di accoglienza che si intende proporre, ipoteticamente direi dai 25 ai 30 euro. Questo – ha puntualizzato l’assessore comunale al Turismo – senza nulla togliere al trasporto cittadino. Ma sarebbe un modo per usare al meglio il tram sotto il profilo promozionale. Una soluzione utile a ottenere risorse, visto che stiamo parlando di un servizio costoso. Il collegamento tranviario della Trieste Trasporti – ha concluso – è certamente una linea in passivo, ma che va mantenuta e valorizzata in tutti i modi perché è uno dei simboli più importanti della città».

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