Tram di Opicina, l’attesa del ritorno a Trieste e la prima corsa 120 anni fa

Il 9 settembre 1902 l’inaugurazione del servizio. La storia, il ruolo nel corso della Grande guerra, gli interventi, il sistema “Chopper” e l’incidente del 2016
Andrea di Matteo

TRIESTE. Oggi, 9 settembre, compie ufficialmente 120 anni di servizio, anche se è fermo da oltre sei (dall’incidente del 16 agosto 2016), ma la storia della sua genesi è ben più lunga e complessa.

Nella seconda parte dell’Ottocento si materializza la necessità di creare un sistema di trasporto rapido e veloce fra il centro cittadino e l’abitato di Opicina. Fin dal 1857 il borgo carsico è una fermata della ferrovia Meridionale (la Südbahn) sul percorso Trieste–Vienna, però risulta poco pratica perché distante dal centro abitato. Numerosi elaborati vengono presentati ma alla fine il più idoneo risulta quello redatto dall’ingegner Eugenio Geiringer che prevede la creazione di una linea tranviaria a trazione elettrica, con tram di fabbricazione austriaca, e l’utilizzo di locomotori a cremagliera per superare il tratto più ripido.

Il 9 gennaio 1901 si costituisce a Vienna la Società anonima delle piccole ferrovie di Trieste (Sapf) con lo scopo di costruire e gestire l’impianto: i lavori iniziano lo stesso anno e il 9 settembre 1902 l’opera è ufficialmente inaugurata.

Nel 1906, in concomitanza con l’apertura della nuova linea ferroviaria Transalpina (il secondo collegamento ferroviario fra Trieste Campo Marzio e Vienna), il percorso della tranvia viene prolungato fino alla stazione della stessa e durerà fino al 1938.

Durante la Grande Guerra il tram viene utilizzato per trasferire i feriti negli ospedali cittadini guadagnandosi per questo motivo l’appellativo di Tram samaritano. Negli Anni Venti la Sapf apporta delle migliorie all’impianto in modo da aumentarne la velocità commerciale e il 26 aprile 1928 la tratta a cremagliera viene sostituita con un impianto a funicolare.

Nel 1935 viene consegnata la prima delle cinque nuove elettromotrici realizzate dalle Officine meccaniche La Stanga di Padova, mentre altre due, di tipo autarchico, saranno acquistate nel 1942. Fra la fine degli Anni Quaranta e i primi Anni Sessanta il tram conosce il suo massimo splendore: il Governo militare alleato edifica numerose case per i suoi funzionari lungo il percorso della tranvia ma anche la scarsa motorizzazione privata incentiva questo mezzo di trasporto, specialmente per le scampagnate domenicali.

Il 28 ottobre 1961, alla scadenza della concessione alla Sapf, subentra il Servizio comunale trenovia (Sct). Il 1° gennaio 1970 la linea passa sotto la gestione diretta dell’Acegat ed è rinumerata come linea 2. Proprio in questo periodo vengono avviati importanti lavori mentre nel 1976 parte la riqualificazione della tratta funicolare e il servizio è riattivato il 6 marzo 1978.

Nei primi Anni Duemila la tranvia è oggetto di altri interventi: nel 2005 i “carri scudo” di seconda generazione sono rimpiazzati da un’altra coppia e tutti i tram sono sottoposti a revisione generale e dotati del moderno sistema di guida elettronico chiamato “Chopper”.

Oggi, per celebrare l’importante anniversario, l’esposizione allestita al Circolo Tabor di via del Ricreatorio 1, a Opicina, sarà aperta dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19.30 e contemporaneamente sarà emesso un timbro storico speciale. Sempre oggi, alle 17.30, verranno svelate alcune anticipazioni sul nuovo gioco da tavola “Tacchite al tram”, ideato da Diego Manna e Erica Ronchin. E verranno esposti vari modellini di tram ed autobus che hanno circolato a Trieste.

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