Tram di Opicina 8 anni dopo: convocato un tavolo a Roma
La lettera dell’Ansfisa dopo il sollecito e le critiche del sindaco
TRIESTE Il giorno dopo le parole del sindaco Dipiazza sul tram di Opicina – contro la «burocrazia romana» che tiene il mezzo «inutilmente fermo» da troppi anni – la stessa «burocrazia» lo “convoca” a Roma per un colloquio. L’Ansfisa (Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali) ha infatti dichiarato in una nota di aver chiesto al primo cittadino un confronto «sugli impedimenti e sulle questioni che non consentirebbero di ottemperare agli interventi di sicurezza». Ma per ora non si sa nulla di più: né quando si terrà il tavolo, né se da questo potrebbero effettivamente sorgere delle novità capaci di sbloccare una situazione che si trascina dal 2016.
Riavvolgiamo il nastro. Il Comune ha ricevuto dall’Ansfisa, lo scorso primo agosto, un regolamento contenente alcune prescrizioni di sicurezza, preliminari alla riapertura della storica linea 2. Le opere aggiuntive previste dal regolamento dell’Ansfisa riguardano binari, scambi e recinzioni, cui si sommano altri lavori sulle carrozze: freni, assali delle ruote, dispositivi di sicurezza. Ricordiamo che dal 2016 in poi sono stati aperti cantieri in tre punti del percorso della linea tramviaria, che ora andrebbero quindi estesi al resto.
Il Comune ha inizialmente manifestato disponibilità per alcuni degli interventi richiesti, cercando al contempo di capire come muoversi per alleggerire il diktat piovuto da Roma (in aiuto è arrivate pure la Regione, che si è detta pronta alla mediazione fra le parti).
Poi, l’altro ieri, le parole del sindaco Dipiazza nel merito hanno riacceso la polemica. «L’Ansfisa ha richiesto di cambiare le ruote, i freni e addirittura di inventare un nuovo tipo di freno per garantire la sicurezza. Abbiamo fatto all’epoca l’errore di inserire il tram nell’ambito del trasporto pubblico locale che ha le stesse regole dei treni che corrono a 250 chilometri all’ora». E ha concluso la sua intemerata lanciando una provocazione: «Farò ripartire il tram di Opicina: vuoto, senza passeggeri», aggiungendo di volersi muovere «già nei prossimi giorni».
Le parole di Dipiazza non sono evidentemente passate inosservate a Roma. La quale, per l’appunto, chiede un confronto per capire quali siano gli «impedimenti» ravvisati dal primo cittadino che ostacolino la realizzazione degli interventi di sicurezza richiesti dall’Ansfisa. A cosa preluda tale confronto, è però oggi impossibile dirlo. —
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