Tragedia sulla barca a Lesina trovato monossido nel sangue

Primi risultati dell’autopsia sul corpo della vittima. Ancora gravissimi i due bambini Inquirenti a bordo del caicco sequestrato, un perito e un poliziotto colti da malore

spalato. Avvelenamento da monossido di carbonio, ossia dai gas di scarico prodotti dal caicco a vela su cui gli otto turisti siciliani viaggiavano al largo dell’isola di Lesina (Hvar), in Dalmazia.

È quanto emerso dai risultati preliminari delle analisi compiute al Centro clinico–ospedaliero di Spalato, secondo quanto illustrato ieri in conferenza stampa dalla responsabile del reparto pediatrico di terapia intensiva, Branka Polić, che ha confermato che i due bambini intossicati a bordo dell’Atlantia – una tragedia costata la vita al 57enne manager siciliano Eugenio Vinci – restano in condizioni gravissime ma stabili, attaccati al respiratore artificiale. Nel loro sangue è stato rilevato «un alto livello di carbossiemoglobina, che indica una intossicazione da monossido di carbonio», ha spiegato precisando che entrambi hanno compromesse le funzioni di quasi tutti gli organi vitali: «I due minori sono in prognosi riservata e non è possibile dire quanto potrebbe durare la terapia intensiva». Gli altri tre adulti ricoverati dopo l’incidente, ha detto poi la responsabile, fra cui la madre dei due bambini, sono fuori pericolo: «Il loro stato di salute non preoccupa».

Ieri pomeriggio intanto, come riportato dal quotidiano Slobodna Dalmacija che cita fonti del centro ospedaliero di Spalato, l’autopsia sul corpo di Vinci ha confermato l’inalazione di un’alta dose di monossido di carbonio. Nelle stesse ore, un perito e un poliziotto sono stati colti da malore mentre erano impegnati nelle indagini forensi disposte sul caicco sotto sequestro e all’ormeggio a Lesina, controllando gli ambienti in cui si è consumata la tragedia. Portati per un controllo in ospedale, sono stati subito dimessi. L’episodio ha comunque sottolineato quanto di gravissimo si era verificato il giorno prima nella parte destra del veliero, dove si trovavano Vinci e la sua famiglia, assieme a Bruno Mancuso, sindaco del comune siciliano di Sant’Agata di Militello ed ex senatore, e alla moglie. In un primo momento i media croati avevano parlato di intossicazione alimentare, dato che il gruppo la sera precedente aveva mangiato pesce e frutti di mare al Bonaca, un noto ristorante di Lesina citta. Già ieri mattina, durante la conferenza stampa, i medici avevano ritenuto di poter escludere quasi con certezza questa ipotesi.

Vinci, stando al racconto degli altri turisti - si trattava di due coppie di coniugi di Sant’Agata di Militello, fra cui il sindaco della cittadina del messinese ed ex senatore Bruno Mancuso - è morto nel bagno dell’imbarcazione perché svenuto e ha battuto la testa. «Alle dieci di mattina i nostri amici, che stavano bene, hanno notato che noi altri stavamo ancora dormendo e sono entrati nelle cabine per svegliarci», ha raccontato Mancuso, intervistato da alcune tv croate nella stanza dell’ospedale spalatino in cui è ricoverato, precisando che lunedì sera «il mio amico Eugenio e noi altri siamo saliti sereni a bordo dell’Atlantia, cominciando ad avvertire le prime difficoltà dopo pochi minuti». «Nel bagno - ha proseguito - hanno trovato Eugenio con la testa insanguinata, poi hanno svegliato tutti, tranne i due bambini che erano già in coma». Ieri a Spalato sono arrivati i familiari dei coniugi Vinci e il console generale d’Italia a Fiume, Paolo Palminteri, che in stretto raccordo con la Farnesina segue il caso fin dall’inizio.

L’Atlantia, caicco a vela lungo 21 metri e largo 7, nelle cinque cabine può accogliere fino a dieci persone. Costruita nel 1992 in Turchia e ristrutturata nel 2015, la barca, con base a Spalato, è di proprietà della ditta Atlantia Cruising. Il titolare dell’azienda Zoran Bauk ieri non ha voluto parlare con la stampa. I quattro membri dell’equipaggio non hanno mostrato sintomi di intossicazione ma sono in stato di choc. —

A.M.

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