Tragedia del pozzo a Gorizia, le indagini indirizzate sui tre ganci metallici della copertura

Bisogna capire se erano fissati o solo appoggiati. Sicuri gli altri pozzi della città. Lunedì l’audizione dell’amico di giochi
Bumbaca Gorizia 23_07_2020 Parco Coronini, il giorno dopo la tragedia © Foto Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 23_07_2020 Parco Coronini, il giorno dopo la tragedia © Foto Pierluigi Bumbaca

GORIZIA I tre ganci metallici che sorreggevano la lastra metallica di copertura del pozzo sarebbero stati solo appoggiati, e non fissati, alla struttura in pietra del parco di villa Coronini-Cronberg. È l’ipotesi emersa nella prima fase delle indagini preliminari condotte dal team di investigatori coordinati dal pm Ilaria Iozzi per fare luce sulla catena di eventi che ha portato alla morte del tredicenne Stefano Borghes.

Appurato, grazie all’autopsia di lunedì, che il ragazzo non è salito in piedi sulla copertura metallica, ora si apre la fondamentale fase delle perizie sui materiali. La circostanza del mancato fissaggio dovrà essere verificata attraverso le analisi tecniche dei consulenti di parte, ma di certo c’è che da un sopralluogo effettuato dal Piccolo già il giorno successivo all’incidente di viale 20 Settembre emerge che gli altri pozzi cittadini sono tutti chiusi in modo sicuro. In alcuni casi è emersa qualche piccola criticità, ma nel complesso da Borgo Castello a Lucinico, passando per Piuma, la situazione non presenta rischi per l’incolumità pubblica. Le coperture sono pesanti e inamovibili e anche le botole - dove ci sono - sono chiuse con dei lucchetti di sicurezza.



Che siano piene o che siano a maglie d’acciaio intrecciate, ad eccezione di piazza Sant’Antonio, tutte le protezioni sono più larghe delle bocche dei singoli pozzi. Per il caso di piazza Sant’Antonio c’è però una spiegazione plausibile. La scelta di posizionare una piastra interna più piccola della bocca è una soluzione estetica del progettista legata al fatto che, in realtà, il pozzo è cieco; è solo un elemento d’arredo urbano. Al di sotto non c’è alcun buco. In origine si trovava nell’odierno polo universitario di via Santa Chiara. Ai tempi in cui l’area divenne caserma, il piazzale veniva utilizzato come posteggio dei mezzi della polizia e la presenza del pozzo rendeva difficili le manovre, così negli anni Sessanta la struttura fu spostata in piazza Sant’Antonio.



Tornando alle indagini, l’inchiesta dovrà stabilire “chi doveva fare cosa” e, nel caso, le eventuali omissioni da parte di chi doveva controllare la sicurezza del pozzo di villa Coronini-Cronberg. Per il momento, al di là della richiesta di consulenza all’esperto di infortunistica Marco Pozzati, ieri è stata accolta dal gip, Carlo Isidoro Colombo, l’istanza avanzata dalla Procura della Repubblica di Gorizia per procedere all’incidente probatorio con il compagno di squadra di Stefano nella gara di orienteering organizzata quella mattina nell’ambito del centro estivo parrocchiale. Il ragazzo sarà ascoltato in maniera protetta- con l’assistenza di uno psicologo e con tutte le altre cautele necessarie a tutelarlo - lunedì alle 10.15 nell’aula dell’ex Corte d’Assise del tribunale di Gorizia. —


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