Traffico pesante, la Provincia blocca i permessi

L’assessore Gironcoli dopo l’incontro con i sindaci del Monfalconese: «Regione, Autovie e Ferrovie devono intervenire»
Di Giuseppe Palladini
Bonaventura Monfalcone-12.07.2013 Porto-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-12.07.2013 Porto-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

La Provincia sospenderà il rilascio delle autorizzazioni annuali per i trasporti eccezionali che superano i limiti di peso, fra cui in particolare quelle ai mezzi pesanti che trasferiscono le bramme (lastroni di acciaio da 30-35 tonnellate) dal porto di Monfalcone ai laminatoi di San Giorgio di Nogaro. Trasporti che percorrono da molto tempo le strade della Bisiacaria e della Bassa friulana, causando non pochi problemi al traffico e danneggiando con il loro peso le strade.

In due settimane, al massimo la giunta provinciale delibererà la sospensione di queste autorizzazioni. Ad annunciarlo è stato l’assessore alla Viabilità Donatella Gironcoli, al termine della riunione di ieri sui trasporti eccezionali nelle strade del Monfalconese. Incontro che si è svolto alla Motorizzazione civile di Gorizia, e al quale hanno preso parte il sindaco di San Canzian d’Isonzo, Silvia Caruso, quello di Staranzano, Lorenzo Presot, e l’assessore alla Mobilità e lavori pubblici di Monfalcone Massimo Schiavo.

«La delibera di giunta che intendiamo approvare - spiega Gironcoli - punta soprattutto a un effetto politico. Vogliamo che porti a una reazione, così da costringere Regione, Autovie Venete e Ferrovie a farsi carico del problema. Dobbiamo arrivare a diversificare i trasporti eccezionali». Nel caso specificio delle bramme, da Monfalcone questi semilavorati potrebbero raggiungere San Giorgio di Nogaro via mare. «I Tir che li trasportano sono pericolosi - rimarca Gironcoli - perchè pesano circa 100 tonnellate: portano due bramme da 35 tonnellate, e 25 tonnellate pesano i mezzi. E sappiamo che non esistono sistemi per fissare le bramme».

Le preoccupazioni degli amministratori non riguardano solo i danni alle strade ma anche la sicurezza del traffico. «Quei Tir - spiega il sindaco di Staranzano, Lorenzo Presot - imboccano la provinciale Monfalcone-Grado fino a Villa Luisa, e poi proseguono verso Pieris. Un traffico che in questo periodo si somma a quello turistico per Grado. La Regione deve prendere le misure per risolvere il problema». Il primo cittadino precisa che non si vuole certo mettere in difficoltà le aziende che operano il nel traffico di bramme, in particolare in questo periodo di crisi, ma che «il territorio e i cittadini devono essere tutelati. Sulla rotonda che collega la Monfalcone-Grado alla bretella per l’aeroporto - osserva - si sono già verificati alcuni incidenti».

La situazione nel comune di San Canzian d’Isonzo è ancora più complessa. «Il nostro territorio - rileva il sindaco Silvia Caruso - è attraversato sia dall’ex statale 14 sia dalla provinciale 19. Pieris è in completa balìa del traffico pesante».

Sono ormai trascorsi cinque anni da quando l’Anas, dopo i lavori di consolidamento al ponte sull’Isonzo, tolse il divieto di transito per i mezzi oltre le 35 tonnellate. «Il ponte sull’Isonzo a Pieris - rileva Caruso - è l’unico collegamento tra la Bassa friulana e l’Isontino. Per transitare sul ponte di Sagrado c’è infatti un limite di peso. Così rimangono solo l’ex statale 14 e la strada per isola Morosini, attraverso il nostro comune, a collegare Monfalcone e Grado alla Bassa».

Sul nodo dei mezzi pesanti l’amministrazione di San Canzian è impegnata dal 2008, quando organizzò la prima conferenza dei servizi, con l’assessore regionale Riccardo Riccardi e l’allora presidente di Fvg Strade Paolo Polli. Un’iniziativa cui seguirono decine di segnalazioni alla Regione, ma senza esito. «Abbiamo chiesto un percorso per risolvere il problema - spiega Caruso - ma quando il tempo passa e le risposte non arrivano la pazienza si esaurisce».

Caruso precisa che non si vuole demonizzare alcuna attività legata al traffico di bramme, ma che «non si può accettare la mancanza di prospettive. Possiamo accettare i disagi, ma entro certi limiti e se c’è una scadenza». La soluzione, per il sindaco di San Canzian sta nel diversificare i sistemi di trasporto. «Le bramme vanno trasferite per ferrovia o via mare, e gli altri mezzi pesanti devono viaggiare in autostrada. Le nostre strade - conclude - sono da mettere in sicurezza: ci sono problemi di attraversamento e di vibrazioni, che danneggiano edifici e strade».

Sulla diversificazione punta anche l’assessore alla Viabilità di Monfalcone, Massimo Schiavo: «Il porto è collegato alla ferrovia e all’austostrada - sottolinea - ma queste infrastrutture non vengono usate per trasportare le bramme. La Regione - chiede - intende sistemare il raccordo ferroviario per San Giorgio di Nogaro? Ci sono fondi europei per 8 milioni destinati a migliorare il trasporto via rotaia e via mare». Schiavo solleva in prospettiva anche un altro problema: quando inizieranno i lavori per le quattro rotatorie in via Colombo e via Boito (a bandire la gara sarà Fvg Strade), i Tir non potranno passare per i cantieri. «A quel punto - osserva - una deroga per il transito in autostrada sarà inderogabile».

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