In un anno 25 ore perse in coda: il peso del traffico sulla vita dei triestini

I dati di Inrix collocano la città al 37esimo posto in Italia per ingorghi. Il calo dal 2023 e le curiosità sul pendolarismo

Francesco Bercic
Il traffico in via Madonnina, dove i disagi sono aumentati dopo lo stop alla galleria Sandrinelli Foto Lasorte
Il traffico in via Madonnina, dove i disagi sono aumentati dopo lo stop alla galleria Sandrinelli Foto Lasorte

Le lunghe code d’estate in viale Miramare per tornare dal “toc” a Barcola, la ricerca affannosa e spesso infelice di un parcheggio sulle Rive, ora perfino il tentativo improvvido di raggirare il divieto temporaneo di transito nella galleria Sandrinelli, nascondendosi sotto le mentite spoglie di un autobus di linea. Il rapporto tra i triestini e il traffico non è certo dei più pacifici. E se qualcuno segretamente desiderava un appiglio “scientifico” per lamentarsi del tempo passato a sbuffare in macchina, adesso può affermare con fierezza: ogni automobilista triestino ha mediamente trascorso più di un giorno nell’ultimo anno (25 ore per l’esattezza) incastrato nelle spire della viabilità locale.

La classifica

Lo ha calcolato l’azienda statunitense Inrix, che ogni anno pubblica il suo “Global traffic scorecard” in cui misura gli effetti del traffico automobilistico su un campione di oltre 900 aree urbane mondiali. Trieste nella classifica generale si trova al 389esimo posto ed è la 37esima città in Italia con la frequenza più alta di code e ingorghi. I dati sono in miglioramento rispetto al 2023, con una diminuzione dell’incidenza pari al 4 per cento, mentre risultano nettamente peggiori (38 per cento) se raffrontati con l’anno prima ancora, il 2022, quando tuttavia si faceva sentire la lunga scia delle restrizioni pandemiche (di cui la circolazione veicolare fu una dei pochi beneficiari).

Possono sembrare numeri cupi, ma in realtà le cose vanno molto peggio nelle vicine province del Nord Est, dove infatti il report di Inrix non ha mancato di scatenare polemiche. Padova ad esempio è la 19esima città più trafficata della Penisola con 35 ore in coda all’anno (238esimo posto al mondo), Verona e Vicenza si trovano ancora più in basso, rispettivamente al 186esimo e al 199posto mondiali. Il record negativo italiano va a Roma, seguita da Milano e Palermo. Allargando la prospettiva al globo, Istanbul, New York e Chicago figurano come le aree urbane nelle quali il traffico ha creato più problemi.

Come funzionano le rilevazioni

Come funzionano le rilevazioni? Inrix ha una sua applicazione digitale, diffusa soprattutto negli Stati Uniti, da cui attinge una prima mole di dati liberamente (e anonimamente) forniti dagli utenti. Ma anche dove l’applicazione è meno scaricata o conosciuta, l’azienda statunitense è in grado di ricavare un quadro dettagliato incrociando le statistiche pubbliche (il numero di automobili immatricolate, per dirne una) al flusso di informazioni creato da altri portali (il modello è quello di Google Maps che, com’è noto, indica in tempo reale la presenza di code e ingorghi negli assi maggiori). Sull’oggettiva affidabilità del report ciascun lettore potrà farsi la sua idea, per quanto le variabili aleatorie siano inevitabili in monitoraggi del genere.

Le rotte più trafficate

Cifre a parte, risulta allora curioso soffermarsi sulle rotte più trafficate dal pendolarismo nostrano. Intanto, il miglioramento generale dell’ultimo anno trova un riscontro concreto in uno specifico parametro, che rileva la distanza percorribile su quattro ruote in 30 minuti: se nel 2023 il perimetro massimo si fermava fra Santa Croce e Aurisina, nel 2024 si supera invece agevolmente Sistiana (analoghe considerazioni valgono verso Est, dove dalla periferia di Isola, in Slovenia, si è arrivati a sfiorare Strugnano).

Per quanto riguarda le rotte, due sono i tracciati più battuti dai pendolari: da Monfalcone verso i quartieri centrali di Trieste e dai rioni più periferici verso il confine con la Slovenia, in particolare in direzione Fernetti. A queste si aggiunge il tragitto da Capodistria al centro di Muggia (oltrepassando la frontiera transitando per Škofije e non per Lazzaretto), in entrambe le direzioni.

Se si osservano invece i viaggi regolari più lunghi, non stupisce di trovare tra gli assi più trafficati l’autostrada A4, con svolta in direzione Venezia allo svincolo con l’A23 e uscite ai vari caselli intermedi. Un ultimo dato interessante per le tratte pendolari riguarda la cosiddetta «velocità dell’ultimo miglio», cioè quella tenuta mediamente dalle automobili al momento del loro ingresso nell’area del centro cittadino. Questa si attesta per i tragitti diretti verso Trieste a 18 miglia orarie, pari a circa 29 chilometri all’ora. —

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