Traffico di cuccioli di cane, la Polstrada smantella una banda
UDINE Importavano cuccioli di cane di varie razze tutti in età di pre-svezzamento, con un mese di vita al massimo, da allevamenti di Ungheria, Polonia e Slovacchia. Li trasportavano in piccole gabbie, scatole di cartone o ceste di materiale plastico solitamente utilizzato per il trasporto di pulcini, stipati nei bagagliai delle auto, senza acqua e con insufficiente sistema di aerazione. Poi, grazie al coinvolgimento di un veterinario della provincia di Milano e a due allevamenti della provincia di Bergamo, che simulavano la nascita dei cuccioli nelle proprie strutture, microchippavano i cani e producevano la documentazione falsa per farli apparire nati in Italia. Infine li commercializzavano sui normali canali di vendita e anche attraverso inserzioni su siti web dedicati al commercio online. Il cliente finale dunque acquistaba un cane convinto che fosse nato in Italia.
Agiva così una banda di otto persone, sei cittadini italiani e due stranieri, dedita al traffico internazionale di cuccioli di cane, sgominata dalla Polizia stradale di Amaro (Udine) al termine di un'indagine avviata lo scorso dicembre a seguito di un sequestro di 65 cuccioli intercettati in un'auto lungo la A23 ad Amaro.
Le indagini, condotte nei mesi successivi e coordinate dal sostituto procuratore Andrea Gondolo, hanno consentito di ricostruire il traffico e sequestrare circa 150 cuccioli in sei mesi. L'attività, presentata oggi lunedì 19 novembre in conferenza stampa dal Comandante della Polizia stradale di Udine, vice questore Aggiunto Rita Palladino, si è chiusa in questi giorni con l'emissione di otto misure cautelari - in cui si ipotizza il reato di associazione per delinquere nei confronti di sei cittadini italiani e due stranieri - dell'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e il divieto di espatrio a carico di tutti gli indagati. Le perquisizioni, condotte nelle residenze private, negli allevamenti, nei negozi di animali e nelle cliniche veterinarie in cui operavano tra le province di Bergamo, Como, Reggio Emilia e Milano, hanno portato al sequestro di altri sei cuccioli, di numeroso materiale cartaceo, computer e telefoni utili per lo sviluppo delle indagini.
Elevati - si legge in una nota della polizia - gli utili dell'attività illecita: basti pensare che un cucciolo comrpato nella Repubblica di Slovacchia per 50-100 euro poteva essere venduto in Italia anche a 750-850 euro. Non di rado dopo l'acquisto il cucciolo moriva, per malattie causate dall'assenza di profilassi dopo la nascita, dovute anche al forte stress al quale gli animali erano sottoposti durante il viaggio.
In una nota l'Enpa, ringraziando inquirenti e investigatori, annuncia che chiederà di «partecipare come parte civile» nel procedimento contro la banda. L'associazione con la presidente nazionale Carla Rocchi rilancia poi l'importanza delle adozioni: «Non solo per motivi etici, ci sono tantissimi cani e gatti in attesa di una famiglia - spiega Rocchi - ma per togliere linfa vitale ai trafficanti di animali. Infatti, ciò che spinge costoro a violare la legge, e spesso a causare la morte di tante povere creature, è la prospettiva di facili e lucrosi guadagni».
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