Traffico di coca da Brescia a Trieste. Arrestato lo spacciatore del Carso

In cella Polese, già condannato per atti persecutori nei confronti dell’avvocato pusher Pironti
L’arresto a luglio dell’avvocato spacciatore Pironti. L’uomo aveva denunciato Polese per atti persecutori
L’arresto a luglio dell’avvocato spacciatore Pironti. L’uomo aveva denunciato Polese per atti persecutori

TRIESTE Altri guai giudiziari per Fabio Polese. Il quarantanovenne di Visogliano, persecutore dell’avvocato pusher Paolo Pironti ( il protagonista della clamorosa fuga con sparatoria a Barcola di quest’estate), è stato arrestato per droga.

Polese, un ex meccanico e dj per hobby che 2004 era già finito in un’inchiesta su un traffico di coca con la Croazia, è ora in carcere.

Sono stati gli agenti della Squadra mobile di Trieste a raggiungere l’indagato e a dare esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare. Ma l’intera operazione è partita dalla Procura di Brescia, dove ieri all’alba è scattata una vasta operazione investigativa messa a segno dalla Mobile della città lombarda.

Dodici le persone coinvolte nell’intera inchiesta, di cui 9 marocchini, 2 albanesi e un italiano: il triestino Polese. Il quarantanovenne è accusato di aver acquistato cocaina e hashish da spacciare a Trieste.

Stando alle ricostruzioni, gli indagati si sono resi responsabili di numerose cessioni di sostanze stupefacenti. Vendite che venivano gestite in provincia di Brescia, a Lonato. E con schemi ben precisi. Era un gruppo organizzato, capeggiato da due fratelli marocchini, a occuparsene. La “base” si trovava in un circolo privato, che serviva da facciata.

Il gruppo, composto da 6 persone, si era strutturato in una vera e propria associazione per delinquere con a capo i due fratelli marocchini in accordo con altri quattro connazionali. Seguivano gerarchie e compiti ben definiti.

Gli investigatori ritengono che in tutta la seconda metà del 2018 i fratelli e i loro complici hanno acquistato e venduto, con diverse decine di singole cessioni, circa 50 kg di sostanza stupefacente. Droga che finiva nelle mani di una fitta rete di contatti provenienti da diverse zone d’Italia, tra cui Mantova, Trento e Verona. E, appunto, Trieste.

Gli inquirenti sono convinti che Polese ricevesse la droga dal gruppo di stranieri del giro bresciano. Sostanze che il quarantanovenne avrebbe poi spacciato sulla piazza locale. Cocaina e hashish, prevalentemente.

Polese, difeso dall’avvocato Laura Luzzato Guerrini, nelle scorse settimane aveva patteggiato 6 mesi di condanna per atti persecutori nei confronti dell’ormai noto pusher triestino Pironti: è l’avvocato della pazza fuga di luglio a Barcola, iniziata con gli spari della Mobile. Pironti, che da tempo si muoveva nel pericoloso mondo dello spaccio, era stato minacciato di morte Polese. —




 

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