Traffici record al Molo VII ma conti in rosso

In superamento la quota di 400mila teu, mai raggiunta prima. Tariffe però abbassate: niente utili, torna la “cassa”
sterle trieste 25 01 09 porto nuovo molo VII msc vanessa dd 25 01 09
sterle trieste 25 01 09 porto nuovo molo VII msc vanessa dd 25 01 09

Sabato scorso, sedici giorni prima della fine dell’anno, ha già battuto il record di tutti i tempi come teu movimentati e si avvia a chiudere il 2012 al settimo posto in Italia (fino a poco fa era addirittura fuori dalla top ten) tra tutti i terminal contenitori. Eppure il conto economico chiuderà ancora in rosso e i dipendenti stanno per essere interessati da un nuovo periodo di cassa integrazione, seppure “soft”. È il paradosso del Molo Settimo dove comunque si sta facendo festa perché già tre giorni fa è stato superato il numero dei 393mila 195 teu totalizzati nel corso del 2011 e che costituivano il primato precedente. «Chiuderemo il 2012 più o meno a quota 407mila - annuncia Fabrizio Zerbini, presidente di Trieste marine terminal, la società terminalista - ed è una grande soddisfazione anche perché dopo tre mesi di crisi dovuti a un import scarso, da novembre i volumi hanno ripreso a crescere e ciò soprattutto grazie alle principali compagnie mondiali: Maersk, Evergreen, Cma-Cgm e Msc. Quest’anno siamo l’unico porto assieme a Genova che migliora la propria performance nei contenitori. Ora prevedo un primo semestre 2013 di nuovo difficile, ma subito dopo l’impennata potrebbe essere ancora più evidente.»

Con le infrastrutture attuali, il Molo Settimo potrebbe tranquillamente reggere 650mila teu. Il 3 dicembre è partita un’operazione di up-grading che interesserà due gru che una volta potenziate protranno operare su 20 file di container in larghezza e 7 in altezza. La prima è già stata trasferita dalla banchina al cantiere e sarà pronta a giugno-luglio, la seconda verrà ricollocata a ottobre. Secondo le previsioni già nel 2015 si dovrebbe superare quota 535mila e parallelamente cresceranno anche i treni: erano 1.521 l’anno scorso, si chiuderà a 1.621 quest’anno e nel 2015 si arriverà a 2.836. «Non c’è eguale soddisfazione - deve però ammettere Zerbini - per quel che concerne il conto economico. Per reggere la concorrenza di Capodistria infatti, che pur ancora davanti a noi chiuderà il 2012 con un 4-5% di traffico in meno rispetto all’anno precedente, abbiamo abbassato le tariffe che ora sono all’incirca del 20% inferiori a quelle praticate nel Tirreno settentrionale: Genova, la Spezia e Livorno. Di conseguenza gli introiti non generano ancora utili e sarà durissima riuscire a chiudere in pareggio questo esercizio.» È questo probabilmente il maggior ostacolo che si frappone a un’ipotetica vendita fruttuosa di Tmt che pare essere entrata nelle mire di Apm terminals, società del Gruppo Maersk che sta rilanciando il progetto di un gate europeo nell’Alto Adriatico. «Affinchè non sia svenduta, una società deve produrre utili», ha affermato con chiarezza Pierluigi Maneschi che con To Delta è proprietario di Tmt.

Al discorso assenza di utili è correlato anche quello della cassa integrazione. «Purtroppo tutto il traffico sulla nostra banchina è concentrato in quattro, cinque giorni alla settimana - speiga Zerbini - in un paio di giorni siamo pressoché inoperosi. Per questo abbiamo chiesto un altro periodo di cassa integrazione proprio per preservare il posto di lavoro a tutti i nostri dipendenti che sono 153.» Un accordo con i sindacati sta per essere raggiunto, la cassa si protrarrà per 13 settimane e dovrebbe coinvolgere la gran parte dei dipendenti per uno o due giorni la settimana.»

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