Trafficava auto rubate: il Tribunale di Trieste lo condanna
TRIESTE Un anno e sei mesi di reclusione per il trafficante di auto rubate. L’imputato, il quarantunenne croato Damir Alac, è stato condannato a quasi dieci anni di distanza dai furti: per un periodo, dopo l’apertura dell’indagine del pm Pietro Montrone, l’uomo era stato dichiarato latitante. Gli agenti lo avevano arrestato tre anni fa grazie a un mandato europeo. Il croato, difeso nel processo dall’avvocato d’ufficio Roberto Mantello, ha dovuto rispondere di concorso in furto aggravato e ricettazione. È stato giudicato dal Tribunale collegiale presieduto da Francesco Antoni che è riuscito a ottenere la collaborazione delle autorità giudiziarie croate e a celebrare il processo grazie a un collegamento con il carcere di Varaždin dov’è detenuto Alac.
Le vetture venivano sottratte a Trieste e portate in Serbia. Sono svariati i colpi messi a segno tra la primavera e l’autunno del 2012, periodo a cui risalgono i fatti.
Il croato non agiva da solo, ma assieme ad altri complici di origine slovena, inquisiti per ricettazione. Almeno due (residenti a Vicenza) sono stati incriminati. Di altri non c’è traccia.
Era proprio Alac la mente delle operazioni. Era lui, assieme a tale “Goran”, a progettare e a programmare tutto: chi derubare, quando e dove mandare i veicoli. Talvolta si alternava con il complice per commettere materialmente i furti. Gli sloveni, invece, si occupavano di far arrivare le macchine da Trieste all’estero.
Uno degli episodi è avvenuto il 25 luglio: Alac, in compagnia di un sloveno, era riuscito a impossessarsi di una Volkswagen Polo regolarmente posteggiata in strada, di proprietà di una triestina. Mentre uno attendeva in un’auto, per fare da palo, l’altro agiva. I ladri erano riusciti ad aprire la portiera e ad accendere l’automobile utilizzando chiavi false.
Al gruppo di ladri e ricettatori sono attribuiti anche altri furti avvenuti nel 2012. E curiosamente sempre di Golf: è accaduto il 21 aprile, il 19 maggio, il 25 maggio, il 2 giugno, il 9 giugno, il 30 giugno e il 7 luglio.
Tra il 20 e il 21 luglio gli sloveni hanno agito in concorso con tale “Slavisa” e altri componenti dell’organizzazione che da quanto risulta non sono stati identificati: in quell’occasione la banda aveva tentato di impossessarsi di una Golf parcheggiata. Prima di entrare in azione i ladri si erano premurati di fare più sopralluoghi con diversi passaggi nella zona prescelta. Chiara l’intenzione: volevano scegliere il momento migliore per introdurre le chiavi false, sedersi a bordo e fuggire. Avevano preso di mira in particolare tre auto. Ma il colpo, quella volta, era andato a vuoto: la polizia era intervenuta.
Pienamente riuscito, invece, il furto del 6 settembre dello stesso anno. Anche in quel caso si era trattato di una Golf rubata a Trieste e successivamente mandata in Serbia.
Gli investigatori avevano indagato anche sulla ricettazione della documentazione delle automobili sottratte. —
Riproduzione riservata © Il Piccolo