Tra i Vip d'Italia 54 triestiniSolo Roma ne ha di più
TRIESTE
Trieste è al secondo posto nella classifica nazionale per presenza di very important person, persone cioè che per un motivo o per l’altro - professione, notorietà, orginalità, ma anche criminalità - sono degne di finire catalogate del «who’s who» italiano, vale a dire il «Catalogo dei viventi» (Marsilio, pagg. 1917, 39.00 euro) di Giorgio dell’Arti e Massimo Parrini, entrambi giornalisti del «Foglio», e autori di un precedente «Catalogo» - annata 2007 - andato a ruba con tre edizioni successive. L’edizione 2007 conteneva in tutto 5062 italiani «notevoli», quella del 2009, appena uscita, ne conta 7247. Fra questi 54 sono triestini, 80 sono udinesi, 19 goriziani e 17 pordenonesi. Ma per la solita legge statistica Trieste, pur avendo meno Notevoli di Udine, risulta al secondo posto in classifica dopo Roma (che ne registra 1135) con, in proporzione, un Notevole ogni 4658 abitanti. Udine invece è al decimo posto (una persona importante ogni 6521 abitanti), Gorizia al dodicesimo, (un Notevole ogni 6500 abitanti) mentre Pordenone precipita in 79.a posizione (un pordenonese degno di catalogazione ogni 15.900).
In prefazione Dell’Arti e Parrini avvertono: «Fanno parte del seguente elenco gli italiani, ancora in vita al 30 settembre 2006, che sono stati notati dagli autori». Ovviamente ci sono anche tutti quelli della prima edizione, completamente rivista e aggiornata, tranne 98 passati a miglior vita. Se ne sono invece aggiunti altri 2158 che hanno trovato spazio nel catalogo 2009 sia grazie ai morti sia a quelli depennati perché non più degni di comparire fra i Vip (-217, in buona parte si tratta di politici), sia in virtù di un aumento di pagine (dalle 1806 del 2007 alle 1919 del 2009) e di un compattamento tipografico di spazi e interlinee (il vecchio trucco dei giornalisti che funziona sempre).
Chi sono, dunque, i personaggi Notevoli del Friuli Venezia Giulia, uomini e donne degni di essere ricordati, evidenziati e compulsati? A un primo sguardo ci sono tutti quelli che devono esserci. Cominciamo dal capoluogo. Andando in ordine alfabetico (a proposito, il catalogo dei Notevoli italiani parte da Diego Abatantuono e arriva fino a Zuzzurro e Gaspare, e ha note biografiche di lunghezza variabile a seconda della «notevolezza»), si comincia con lo stilista Renato Balestra per finire con il giurista Ugo Volli, passando per il jazzista Enrico Rava, i giornalisti Fausto Biloslavo e Giovanna Botteri, gli scrittori Furio Bordon, Mauro Covacich, Pino Roveredo (che ha una nota biografica lunga tre volte quella del critico Callisto Cosulich), ovviamente Claudio Magris, Boris Pahor, Susanna Tamaro (si scopre che avrebbe dovuto esordire con una storia di vampiri sotto pseudonimo: Tamara von Susov). Tra i politici ci sono Ettore Rosato (poche righe: «Funzionario delle Generali, sposato, 4 figli, una vita in parrocchia e nell’associazionismo cattolico»), Willer Bordon (di lui si dice, citando Antonello Caporale: «Quante vite ha un gatto? Willer Bordon ne ha una in più»), Gianni Cuperlo («Dalemiano di rito ortodosso»), Riccardo Illy («frase preferita: piuttosto che niente, meglio piuttosto»). Tra gli sportivi ecco grandi glorie come Irene Camber (classe 1926, medaglia d’oro nel fioretto individuale alle Olimpiadi del ’52) e Cesare Rubini (olimpionico di pallanuoto nel ’48 e poi allenatore delle Scarpette rosse del Simmenthal Milano di basket, dove giocava Giulio Iellini, anche lui fra i Notevoli viventi), giovani stelle come Margherita Granbassi («Sono un milite a tutti gli effetti, ho fatto anche il corso») e Valentina Turisini. Ancora, nel regesto troviamo patriarchi come Manlio Cecovini («Massone. Giornalista. Saggista. Scrittore»), artisti quali Lelio Luttazzi e Mario Maranzana, studiosi del calibro di Giovanni Miccoli e Giampaolo De Ferra. E poi ci sono i triestini per così dire all’estero, quali Adriano Sofri e Teddy Reno, agenti segreti come Mario Mori, militari come il generale Silvio Mazzaroli. Cinquantaquattro in tutto i triestini notevoli, la cui schedatura segue, come per tutte le altri voci, un principio per così dire critico: ogni biografia in poche o molte parole offre un ritratto del personaggio usando frasi dello stesso o citazioni da giornali, libri, riviste. Così per Cesare Maldini si ricorda la famosa frase «se avessi dovuto immaginare la mia vita, l’avrei voluta esattamente così», per il giocatore di basket Alessandro De Pol è riportato un parere di Carlo Santi che gli riconobbe il merito del titolo europeo nel 1999.
Trieste e gli altri capoluoghi regionali, comunque, si distinguono per l’assenza di criminali fra le rispettive liste di Notevoli. Apre la fila degli udinesi illustri Getulio Alviani, artista definito «uno dei maggiori protagonisti della ricerca degli anni Sessanta indicata come Arte Programmata e Cinetica». Segue l’attore Omero Antonutti, e subito dopo il generale Mario Arpino. Fra gli ottanta Notevoli udinesi troviamo il super-manager Sergio Balbinot, l’ex tennista Corrado Barazzutti, l’ex portiere Lorenzo Buffon, il giornalista Toni Capuozzo, lo storico Guido Crainz, la giornalista e regista Gloria De Antoni. Decisamente in secondo piano i politici nelle altre province, rispetto a Trieste. Però a Udine - sorpresa - tra i politici troviamo solo Roberto Dipiazza, sindaco di Trieste, che infatti è nato ad Aiello del Friuli. Di lui si dice, citando Gian Antonio Stella: «Garzone di salumeria, diploma di terza media, diventato immensamente ricco grazie a uno spirito imprenditoriale che ne ha fatto un re dei supermercati, l’uomo non è il tipo da rovinarsi il sonno per le gaffe (...)».
Non lunga ma di classe la lista dei pordenonesi,dove troviamo fra gli altri lo scrittore, scultore e alpinista Mauro Corona («Potremmo definirlo il montanaro più conosciuto d’Italia»), il cantante e autore di fumetti Davide Toffolo, lo scrittore Tullio Avoledo. A Gorizia ci sono Gianni Bisiach, il pallavolista Matej Cerniz, il triplista Paolo Camossi.
Insomma, stando ai Notevoli corregionali cui fare riferimento siamo un popolo più di artisti e sportivi che di politici e manager. Documentatissimo, ironico, divertente, il Catalogo di dell’Arti e Parrini è allo stesso tempo un serio regesto dei contemporanei, un elenco biografico cui attingere tanto per pura curiosità quanto per diletto o per obbligo professionale. Lo spazio dato alle singole voci dipende ovviamente dal grado di notorietà. Misurando le voci in centimetri di testo, stravince Berlusconi con 332 centimetri di biografia (divisa in capitoli: sotto «Le accuse e i processi» si legge: «Le origini della ricchezza di Berlusconi sono misteriose»), seguito da Veltroni, Prodi e D’Alema. Al quinto posto, con 135 centimetri di biografia, troviano Totò Riina.
Ancora, per capire meglio l’intento degli autori basti dire che, fra gli oltre settemila Notevoli rubricati ne compare anche uno - l’unico - senza nome e senza luogo, ma che potrebbe benissimo essere della nostra regione: Unabomber. Una colonna intera di biografia, che lo presenta come: «Terrorista. Emulo dell’americano Teddy Kacynski, che combattendo una guerra personale contro la scienza e la società tecnologica uccise negli Stati Uniti tre persone e ne ferì ventitrè tramite ordigni spediti per posta». È una di quelle voci che si vorrebbe vedere espunta dalla prossima edizione del catalogo.
Riproduzione riservata © Il Piccolo
Leggi anche
Video