Tra degustazioni e show cooking Friuli Doc punta al milione di visite

Udine, dal 12 al 15 la kermesse enogastronomica. In vetrina anche Stiria, Carinzia e Slovenia. Spazio ai pescatori triestini
Udine 09 settembre 2016.Friuli DOC 2016..Foto Simone Ferraro / ag foto Petrussi.
Udine 09 settembre 2016.Friuli DOC 2016..Foto Simone Ferraro / ag foto Petrussi.

UDINE Stavolta nessuna provocazione sul castello più bello della regione. Dopo aver messo quello di Udine davanti a Miramare («Il nostro non ha nulla di meno, anzi»), Pietro Fontanini, alla presentazione del suo secondo Friuli Doc da sindaco, apre le porte ai triestini: «Saranno i benvenuti». Un invito decisamente più caloroso di quello di Sergio Cecotti che, nel 2007, si lasciò scappare una delle sue battute più velenose: «Ipocrita dire che i triestini saranno i benvenuti. Diciamo che saranno tollerati. In ogni manifestazione occorre qualcosa di esotico da mostrare». «Andiamo oltre il Friuli, vista l’apertura a Carinzia, Stiria e Slovenia. Siamo ben contenti di far conoscere anche ai non udinesi i nostri prodotti di qualità», spiega Fontanini in un intervento di ringraziamento per i volontari delle Pro Loco e di lancio, tra l’altro, di frico e gnocchi di Godia.

Il sindaco di Udine apre il duello dei castelli: «Il nostro è più importante di quello di Miramare a Trieste»


L’allargamento ai paesi confinanti, nelle stime ambiziose della giunta udinese, punta a centrare il milione di visitatori. Obiettivo su cui ironizza il consigliere di opposizione Enrico Bertossi, già assessore regionale al Turismo: «Ci vogliono far credere che in tre giorni conteremo un decimo delle presenze di un anno al Louvre di Parigi».

A dare un contributo alle presenze saranno comunque anche i pescatori di Trieste. “Squalificati” e poi riammessi nel 2014 perché accusati di avere appeso nella precedente edizione in piazza Garibaldi il prezzo delle orate sulla statua dell’eroe dei due mondi, troveranno posto in via Aquileia. Si parte giovedì 12 con l’inaugurazione, alle 17.30, in piazza Libertà e la consueta formula delle quattro giornate di proposta enogastronomica e spettacoli musicali (domenica, alle 21.30, il concerto di Noemi). Una “sagra” bulimica per i detrattori, una vetrina della qualità agroalimentare locale per organizzatori e affezionati di una kermesse arrivata al quarto di secolo, nel segno di “25 agns di bon vivi furlan” ("25 anni di buon vivere friulano”).

“Le eccellenze della conoscenza incontrano le eccellenze del gusto” è il titolo 2019 per un Friuli Doc che ha scelto come madrina la giornalista Federica Masolin, volto femminile della formula 1 di Sky, e ha ampliato gli spazi per gli stand anche a via Poscolle (dove ci saranno i produttori sloveni) e via Gemona (per i carinziani), vista la presenza di alcuni cantieri, il principale per la ripavimentazione di via Mercatovecchio. Le novità? Le ha illustrate l’ex presidente del Consiglio regionale, ora assessore comunale alle Attività produttive, Maurizio Franz. Nel “menù” degustazioni, conferenze e incontri intorno alle eccellenze agroalimentari nella sede della Scuola Superiore dell’Università (palazzo di Toppo Wassermann) e nel cortile di palazzo Florio, il coinvolgimento della Coldiretti e della Confartigianato, il nuovo stand da 1200 metri quadrati di PromoturismoFvg per workshop e show cooking in piazza San Giacomo.

«Friuli Doc è un evento maturo, inserito, con Barcolana, Gusti di Frontiera e Pordenonelegge, nel novero dei quattro con cui la regione intera si può promuovere con successo all’estero», rileva l’assessore regionale al Turismo Sergio Bini. «Mi piace – prosegue – che Comune, Università, categorie economiche e Regione collaborino nel segno della fusione tra cultura ed enogastronomia di qualità».

Dal rettore uscente Alberto De Toni, infine, la proposta di mettere in pista Unidoc, un evento in concomitanza e collegato a Friuli Doc, una sorta di raduno di tutte le università italiane nella filiera agroalimentare in senso ampio: «Non solo cibo, ma anche salute, design, ingegneria, architettura. Un evento che potrebbe diventare anche mondiale». —


 

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